Covid, un anno fa a Codogno il primo caso in Italia: in dodici mesi quasi 3 milioni di contagi e oltre 95mila morti
La pandemia nel nostro Paese: dalle prime zone rosse localizzate in Lombardia al lockdown nazionale, fino alla corsa ai vaccini
Il 21 febbraio viene "blindato" l'ospedale di Codogno dopo la scoperta del "paziente 1". Mattia, 38 anni, il 16 febbraio era stato nel nosocomio per una lieve polmonite ed era stato dimesso. Il 19 il peggioramento, il ricovero e il tampone, risultato positivo.
Il 21 febbraio anche l'ospedale Sacco di Milano si attrezza con misure di emergenza per affrontare i sospetti casi Covid-19.
Il 22 febbraio cresce l'allerta anche in Veneto: arrivano i primi contagiati all'ospedale di Padova.
Il 22 febbraio, nel Lodigiano, vengono portati via da casa i genitori del "paziente 1" (il 21 marzo morirà il papà di Mattia).
Il 23 febbraio si scatena la psicosi coronavirus in Lombardia, la regione più colpita dai contagi, dove vengono "saccheggiati" i supermercati.
Il 23 febbraio scatta la "zona rossa" con la disposizione di blocchi stradali agli ingressi dei dieci comuni del Lodigiano colpiti dall'epidemia, così come previsto dal governo per il contenimento del contagio.
Il 23 febbraio scatta l'allerta in provincia di Bergamo e viene chiuso il Pronto soccorso di Alzano Lombardo (per disposizioni regionali la chiusura durerà poche ore, e la zona diventerà un nuovo focolaio).
Il 24 febbraio si vedono già gli effetti delle disposizioni del governo che ha chiuso scuole, palestre, musei e cinema. I treni, i mezzi di trasporto pubblico e le stazioni a Milano, anche all'ora di punta, sono vuoti.
il 25 febbraio, a Genova, don Giacomo Martino, parroco della chiesa di San Tommaso, dice messa in diretta streaming su Facebook e Youtube.
Il 25 febbraio fa il giro del web il disegno di una bimba della zona rossa nel Lodigiano che esorcizza così la paura.
Il 29 febbraio in alcuni ospedali, davanti ai Pronto soccorso, si vedono le prime tende per il triage dedicato ai pazienti che presentano sintomi influenzali.
Il 4 marzo parte anche la sanificazione degli stadi. In questa foto un addetto igienizza lo stadio San Paolo di Napoli.
In questo scatto del 6 marzo alcuni alunni di una scuola del Lodigiano salutano il maestro al confine tra la zona rossa e quella gialla.
L'8 marzo parte la fuga dal Nord prima della chiusura dei Comuni della nuova zona rossa, disposta da un Dpcm del premier Conte. Qui uno scatto a Milano.
Il 9 marzo viene scattata la foto dell'infermiera che riposa stremata dopo un turno di lavoro all'ospedale di Cremona. Lo scatto commuove il web e diventa simbolo della lotta al coronavirus di medici e infermieri negli ospedali.
Il 12 marzo le foto social di medici e infermieri in prima linea contro il coronavirus: "Dall'#iorestoacasa all#'iorestoincorsia".
13 marzo, guerra contro il coronavirus anche nell'ospedale di Brescia. Medici e infermieri con tute e mascherine nella struttura di emergenza allestita fuori dall'ospedale.
Il 13 marzo partono i flash mob dai balconi. Gli italiani dedicano un lungo applauso per medici e infermieri impegnati contro il coronavirus.
Nonostante i divieti continuano gli affollamenti nelle aree verdi delle città (in questa foto del 17 marzo, la montagnetta di San Siro, a Milano). Il 21 marzo scatterà la nuova stretta del governo per evitare assembramenti, con la chiusura di parchi e limiti allo sport all'aperto.
La situazione precipita a Bergamo: le pompe funebri sono al collasso per i troppi decessi legati al coronavirus. Il 18 marzo interviene l'esercito per portare le bare fuori dalla regione.
Il 21 marzo l'ospedale di Genova pubblica la foto di una paziente estubata, invitando tutti a rispettare le misure di sicurezza e "stare a casa".
Il 23 marzo apre il nuovo reparto di terapia intensiva al San Raffaele, grazie alla raccolta fondi lanciata da Fedez e Chiara Ferragni.
Gli italiani si ingegnano per riconvertire gli oggetti comuni in "armi" contro il coronavirus (foto del 23 marzo).
I controlli con i droni da parte delle forze dell'ordine (foto del 25 marzo del parco della Caffarella a Roma).
Il 28 marzo la chiesa di Seriate (Bergamo) si riempie di bare. Il parroco: "Viene da chiedersi dov'è Dio".
Il 31 marzo conclusi i lavori iniziati il 16 per la costruzione dell'ospedale Covid-19 in Fiera Milano.
Il tributo dei vigili del fuoco a medici e infermieri impegnati in prima linea a Napoli (foto del 31 marzo).
Con l'emergenza scatta la solidarietà per le persone più deboli: il 9 aprile fa il giro del web lo scatto di una signora che porge una busta della spesa a una clochard a Napoli.
L'8 aprile la polizia locale di Milano ha iniziato la consegna di migliaia di mascherine ai medici di base, che a loro volta potranno distribuirle ai loro pazienti.
Il 9 aprile viene celebrato dal sindaco di Parma il "matrimonio di guerra" dei medici Raul e Monica in piena emergenza coronavirus.
Il 10 aprile l'ospedale di Cremona fa una sorpresa ai pazienti Covid-19 per Pasqua, distribuendo tablet per parlare con i familiari.
Il 10 aprile, con l'avvicinarsi della Pasqua, partono i controlli sulle strade per evitare "fughe" verso le seconde case.
Il 13 aprile è la domenica di Pasqua e a Palermo si cerca di eludere i controlli grigliando sui tetti.
La nuova vita degli italiani sui balconi, a Milano, brindisi pasquale sul ballatoio di una casa di ringhiera, rispettando le distanze.
Coronavirus, dal "paziente 1" di Codogno a oggi: i fatti principali e le immagini simbolo
Il 21 febbraio viene "blindato" l'ospedale di Codogno dopo la scoperta del "paziente 1". Mattia, 38 anni, il 16 febbraio era stato nel nosocomio per una lieve polmonite ed era stato dimesso. Il 19 il peggioramento, il ricovero e il tampone, risultato positivo.
Il 21 febbraio anche l'ospedale Sacco di Milano si attrezza con misure di emergenza per affrontare i sospetti casi Covid-19.
Il 22 febbraio strade deserte e farmacisti con le mascherine: Codogno si ferma per il coronavirus.
Il 22 febbraio cresce l'allerta anche in Veneto: arrivano i primi contagiati all'ospedale di Padova.
Il 22 febbraio, nel Lodigiano, vengono portati via da casa i genitori del "paziente 1" (il 21 marzo morirà il papà di Mattia).
Il 22 febbraio si riunisce il Cdm straordinario per deliberare le prime misure anti-coronavirus.
Il 23 febbraio si scatena la psicosi coronavirus in Lombardia, la regione più colpita dai contagi, dove vengono "saccheggiati" i supermercati.
Il 23 febbraio scatta la "zona rossa" con la disposizione di blocchi stradali agli ingressi dei dieci comuni del Lodigiano colpiti dall'epidemia, così come previsto dal governo per il contenimento del contagio.
Il 23 febbraio scatta l'allerta in provincia di Bergamo e viene chiuso il Pronto soccorso di Alzano Lombardo (per disposizioni regionali la chiusura durerà poche ore, e la zona diventerà un nuovo focolaio).
Il 24 febbraio si vedono già gli effetti delle disposizioni del governo che ha chiuso scuole, palestre, musei e cinema. I treni, i mezzi di trasporto pubblico e le stazioni a Milano, anche all'ora di punta, sono vuoti.
il 25 febbraio, a Genova, don Giacomo Martino, parroco della chiesa di San Tommaso, dice messa in diretta streaming su Facebook e Youtube.
Il 25 febbraio fa il giro del web il disegno di una bimba della zona rossa nel Lodigiano che esorcizza così la paura.
Il 29 febbraio in alcuni ospedali, davanti ai Pronto soccorso, si vedono le prime tende per il triage dedicato ai pazienti che presentano sintomi influenzali.
Il 4 marzo parte anche la sanificazione degli stadi. In questa foto un addetto igienizza lo stadio San Paolo di Napoli.
In questo scatto del 6 marzo alcuni alunni di una scuola del Lodigiano salutano il maestro al confine tra la zona rossa e quella gialla.
L'8 marzo parte la fuga dal Nord prima della chiusura dei Comuni della nuova zona rossa, disposta da un Dpcm del premier Conte. Qui uno scatto a Milano.
Il 9 marzo viene scattata la foto dell'infermiera che riposa stremata dopo un turno di lavoro all'ospedale di Cremona. Lo scatto commuove il web e diventa simbolo della lotta al coronavirus di medici e infermieri negli ospedali.
Un'immagine dell'11 marzo di Roma deserta (dal 9 marzo è scattato il lockdown in tutta Italia).
Il 12 marzo l'Italia "chiusa" si riempie di arcobaleni: "Andrà tutto bene".
Il 12 marzo le foto social di medici e infermieri in prima linea contro il coronavirus: "Dall'#iorestoacasa all#'iorestoincorsia".
13 marzo, guerra contro il coronavirus anche nell'ospedale di Brescia. Medici e infermieri con tute e mascherine nella struttura di emergenza allestita fuori dall'ospedale.
Il 13 marzo partono i flash mob dai balconi. Gli italiani dedicano un lungo applauso per medici e infermieri impegnati contro il coronavirus.
Nonostante i divieti continuano gli affollamenti nelle aree verdi delle città (in questa foto del 17 marzo, la montagnetta di San Siro, a Milano). Il 21 marzo scatterà la nuova stretta del governo per evitare assembramenti, con la chiusura di parchi e limiti allo sport all'aperto.
La situazione precipita a Bergamo: le pompe funebri sono al collasso per i troppi decessi legati al coronavirus. Il 18 marzo interviene l'esercito per portare le bare fuori dalla regione.
20 marzo, ancora lunghe code ai supermercati (in questa foto un'immagine di Milano).
Il 21 marzo l'ospedale di Genova pubblica la foto di una paziente estubata, invitando tutti a rispettare le misure di sicurezza e "stare a casa".
Il 23 marzo emerge il dramma dei forni crematori al collasso: le foto di Piacenza in tilt.
Il 23 marzo apre il nuovo reparto di terapia intensiva al San Raffaele, grazie alla raccolta fondi lanciata da Fedez e Chiara Ferragni.
Gli italiani si ingegnano per riconvertire gli oggetti comuni in "armi" contro il coronavirus (foto del 23 marzo).
Il 24 marzo fa il giro del web la foto dell'81enne di Nuoro, con la mascherina, sulla sua asina.
I controlli con i droni da parte delle forze dell'ordine (foto del 25 marzo del parco della Caffarella a Roma).
Il 28 marzo la chiesa di Seriate (Bergamo) si riempie di bare. Il parroco: "Viene da chiedersi dov'è Dio".
Il 31 marzo conclusi i lavori iniziati il 16 per la costruzione dell'ospedale Covid-19 in Fiera Milano.
Il tributo dei vigili del fuoco a medici e infermieri impegnati in prima linea a Napoli (foto del 31 marzo).
Il 2 aprile viene pubblicata la prima foto del virus isolato in Lombardia.
Con l'emergenza scatta la solidarietà per le persone più deboli: il 9 aprile fa il giro del web lo scatto di una signora che porge una busta della spesa a una clochard a Napoli.
L'8 aprile la polizia locale di Milano ha iniziato la consegna di migliaia di mascherine ai medici di base, che a loro volta potranno distribuirle ai loro pazienti.
Il 9 aprile viene celebrato dal sindaco di Parma il "matrimonio di guerra" dei medici Raul e Monica in piena emergenza coronavirus.
Il 10 aprile l'ospedale di Cremona fa una sorpresa ai pazienti Covid-19 per Pasqua, distribuendo tablet per parlare con i familiari.
Il 10 aprile, con l'avvicinarsi della Pasqua, partono i controlli sulle strade per evitare "fughe" verso le seconde case.
San Marco in Lamis, nel Foggiano, assembramenti per la via crucis durante il lockdown.
Il 13 aprile è la domenica di Pasqua e a Palermo si cerca di eludere i controlli grigliando sui tetti.
La nuova vita degli italiani sui balconi, a Milano, brindisi pasquale sul ballatoio di una casa di ringhiera, rispettando le distanze.
Il commovente abbraccio di una coppia di anziani durante la degenza. La foto pubblicata il 13 aprile dall'ospedale di Cremona.
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"QUANTA VITA C'ERA PRIMA..."
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da "quarto grado"
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Le foto
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in via dei Fori Imperiali
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LA DONNA INCINTA UCCISA A SENAGO
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IL FIDANZATO CONFESSA
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dopo mesi di mobilitazione
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Un anno fa, il 20 febbraio 2020, l'Italia conosce il suo primo caso accertato di Covid-19. Quando ancora si pensava che il virus fosse troppo lontano per raggiungerci, a Codogno, paese nella Bassa Lodigiana, una dottoressa decide di non seguire i protocolli e scopre così l'esistenza del Paziente 1, il 38enne Mattia Maestri. Il giorno dopo si registra il primo morto da coronavirus.
Mentre il mondo blocca i voli dalla Cina, il virus ha già oltrepassato le Alpi. In pochi giorni, la Regione più popolosa e produttiva del Paese, la Lombardia, entra in crisi: l'emergenza sanitaria, che sembra poter essere gestibile con chiusure mirate e zone rosse, si rivela più violenta del previsto. Dodici mesi di provvedimenti, restrizioni e lockdown, dalla prima diffusione alla "folle" estate, per passare poi alla seconda, e ancor più potente, ondata. E un bilancio che giorno dopo giorno si aggrava e arriva a toccare quota 2.780.882 casi e oltre 95mila vittime.
La Lombardia entra in lockdown totale il primo marzo. Otto giorni dopo tocca al resto il Paese. "Non ci saranno più 'zona rossa' o 'zona 1 e zone 2', ci sarà solo l'Italia zona protetta", annuncia il premier Giuseppe Conte in diretta tv. Chiudono le scuole, i negozi, le imprese. Le persone restano in casa a lottare con il virus o, nel migliore dei casi, le proprie paure. Lungo le strade di Bergamo sfilano i camion dell'esercito che portano via le bare dei morti Covid. In trincea ci sono i medici e tutto il personale sanitario, alle prese con carenza di strumenti, spazi e dispositivi di protezione, che non riescono a frenare l'ondata di pazienti: gli ospedali sono al collasso.
"All'inizio ci eravamo attrezzati per vedere quante mascherine avessimo, le tute e tutto il necessario: lo avevamo immaginato più come un esercizio senza o con poca necessità, un po' alla luce delle esperienze della Sars-Cov1 o sulla Mers e altre patologie che in realtà si è riusciti a controllare. Invece io stesso, perché la sofferenza era tanta, ho aiutato a spostare le salme dalla nostra camera mortuaria alla cappella", racconta il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano. "È successo in tanti luoghi d'Italia, ma viverlo di persona è stata una cosa diversa: è un ricordo che rimarrà indelebile".
La paura ma anche la speranza e la tenacia dei medici. "Quando ho saputo della prima diagnosi, tra me e me ho pensato che in quel momento avevamo bloccato i voli dalla Cina e invece il virus era già qua", ricorda Raffaele Bruno, infettivologo e direttore della clinica di malattie infettive al Policlinico San Matteo di Pavia, che ha curato Mattia, il "Paziente 1". Quando lo ha visto uscire dall'ospedale, "ho pensato che avevamo vinto una battaglia, una grande soddifazione". Proprio oggi si celebra la prima Giornata Nazionale dei Camici Bianchi, istituita per onorare il grande lavoro, impegno e sacrificio del personale medico e sanitario nel corso della pandemia da coronavirus.
Coronavirus, nella zona rossa arriva l'Esercito: presidia 35 check point
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