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Covid, Rezza: "Torneremo alla normalità tra 7-13 mesi | Toti: giovedì nuovo piano vaccinazione, verso ok AstraZeneca agli under 80

L'azienda Johnson&Johnson conferma all'Ue l'impegno a fornire 200 milioni di dosi entro 2021 

Si tornerà alla normalità "in 7-13 mesi". E' la previsione del direttore Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, con 240mila vaccinati al giorno. Il nuovo piano nazionale di vaccinazione anti-Covid sarà presentato giovedì: la novità è il via libera alla somministrazione delle dosi AstraZeneca ai 70-79enni. Si ridimensiona il caso Johnson&Johnson: l'azienda conferma all'Ue l'impegno a fornire 200 milioni di dosi entro 2021.

Rezza: "Torneremo alla normalità tra 7-15 mesi" "Abbiamo di recente messo a punto con l'Istituto superiore di sanità e la Fondazione Bruno Kessler un modello matematico per capire quando potremo tornare a una pseudo-normalità", ha spiegato il direttore Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza all'audizione in commissione Igiene e sanità del Senato sui vaccini. "Se assumiamo che il vaccino protegga dall'infezione almeno per due anni, vaccinando 240mila persone al giorno riusciremo in 7-15 mesi a tornare alla normalità. E' quanto si può ottenere con un numero di vaccinazioni elevato e mantenendo il contenimento".

 

Nuove categorie da vaccinare L'aggiornamento delle indicazioni delle categorie da vaccinare, ha spiegato Rezza, "prevedranno maggior flessibilità"  e anche la possibilità di estendere la vaccinazione "alla figura del caregiver, in particolare penso ad esempio ai genitori di bambini immunodepressi, che dovranno avere una priorità nelle vaccinazioni. Così come agli ospiti delle comunità, come quelle per i malati di mente e dei portatori di handicap". "Non puo' esserci un piano vaccinale perfetto - ha concluso Rezza - ma quello che serve è un'accelerazione fortissima della campagna vaccinale". 

 

Milano, nella Rsa di Corbetta una cabina telefonica anti-Covid

 

Il caso Johnson&Johnson Vicinissimo al traguardo dell'approvazione europea, attesa per l'11 marzo, il colosso farmaceutico Johnson & Johnson inizialmente ha gelato a sorpresa gli Stati Ue: c'è il rischio che le dosi di vaccino anti-Covid pattuite possano essere tagliate. Come hanno riferito fonti Ue all'agenzia Reuters, J&J ha comunicato all'Unione Europea di avere problemi di approvvigionamento che  potrebbero complicare i piani per fornire 55 milioni di dosi del suo vaccino nel secondo trimestre dell'anno. Martedì sera la stessa multinazionale, pur non facendo riferimento alle dosi previste in particolare per il secondo trimestre, ha però confermato l'impegno a fornire "200 milioni di dosi del candidato vaccino Janssen Covid-19 entro il 2021, a partire dal secondo trimestre, in linea con gli accordi stabiliti con la Commissione europea". 

 

 

 

Gli attuali piani di produzione, fa sapere il colosso farmaceutico,  "ci consentono di raggiungere un tasso di un miliardo di dosi all'anno entro la fine del 2021". Una parziale rassicurazione, commentando il possibile ritardo di J&J, e' arrivata anche dal commissario Ue per il Mercato interno Thierry Breton: "Se un'azienda ha un problema di produzione non significa che l'intero programma vaccinale è in pericolo". Lo stesso Breton ha anche avuto un colloquio con il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti sulla strategia Ue sulla produzione dei vaccini. Breton ha confermato gli impegni sui livelli di produzione europea e sulle aspettative di forte crescita nei prossimi mesi che consentirà di vaccinare la gran parte della popolazione europea. Giorgetti ha confermato da parte sua la disponibilità delle aziende italiane a essere attivamente inserite nel ciclo di produzione dei vaccini già approvati da Ema e Aifa.
   

 

Giovedì il nuovo piano nazionale Il nuovo piano nazionale di vaccinazione anti Covid, conferma  il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, "sarà presentato giovedì alla Conferenza delle Regioni e la principale novità dovrebbe anche essere il via libera alla somministrazione del vaccino AstraZeneca alla fascia 70-79 anni, che in questo modo non dovrà piu' attendere l'arrivo delle dosi Pfizer e Moderna".   Sullo sfondo, restano comunque i problemi di produzione e per questo si stanno intensificando gli accordi di collaborazione tra Big Pharma. L'ultima alleanza  e' quella tra Baxter e Moderna. Baxter aiuterà Moderna a produrre da 60 a 90 milioni di dosi nel 2021. Intanto, una buona notizia arriva sul fronte del contrasto alle varianti del virus. Il vaccino Pfizer, secondo uno studio con esperimenti di laboratorio, si mostrerebbe efficace anche contro le  mutazioni.

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