Il governo punta a immunizzare gli italiani entro la fine dell'estate. Dopo settimane cala la pressione sui reparti ospedalieri. Il governo punta alle 500mila vaccinazioni entro fine aprile
Un lieve miglioramento c'è, ma i valori dell'andamento pandemico in Italia scendono ancora troppo lentamente. L'indice Rt nazionale scende ancora e raggiunge quota 0,81 (era 0,84), ma a preoccupare è il numero ancora alto dei decessi per Covid, con 342 vittime nelle ultime 24 ore. Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, sottolinea la necessità di "responsabilizzare gli italiani, le riaperture non vanno viste come un liberi tutti".
"Quadro impegnativo" - Anche questa settimana, il monitoraggio di ministero della Salute e Istituto superiore di sanità delinea una quadro che si conferma "impegnativo", sia pure in leggera controtendenza, e che evidenzia come la cautela continui ad essere necessaria per gestire questa fase della pandemia. E intanto il governo punta a immunizzare gli italiani entro la fine dell'estate.
500mila vaccinazioni entro fine aprile - Si parte con l'obiettivo delle circa 340mila somministrazioni dell'inizio della prossima settimana per arrivare al traguardo delle circa 500mila vaccinazioni entro la fine di aprile. Dovrebbe essere questo il target fissato dal commissario per l'emergenza Covid, Francesco Figliuolo, comunicato alle Regioni.
Cala la pressione sugli ospedali - Dopo settimane diminuisce per la prima volta la pressione sui reparti ospedalieri: il tasso di occupazione in aree mediche è infatti al 36%, sotto la soglia critica fissata al 40%. Ma questi dati in lieve miglioramento non indicano ancora una netta inversione di tendenza. Proprio l'incidenza, infatti, resta comunque complessivamente elevata e lontana dai livelli (pari a 50 su centomila) che permetterebbero il completo ripristino del tracciamento dei casi.
Preoccupano le terapie intensive - Ad allertare, indicando la necessità di non abbassare la guardia, è anche il fatto che rimane alto il numero di Regioni con un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica del 30%: sono 12 Regioni contro le 14 della settimana precedente. Il tasso nazionale di occupazione in terapia intensiva è infatti sopra la soglia critica (35%) anche se il numero di ricoverati è in calo da 3.526 (13 aprile) a 3.151 (20 aprile).
L'epidemia "sta decrescendo in molte Regioni", ha sottolineato il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro, nella consueta conferenza stampa al ministero, ma questo non deve indurre a un facile ottimismo. Infatti, ha avvertito, "il quadro rimane ancora impegnativo, perché l'incidenza resta comunque elevata e le terapie intensive sono sempre in sovraccarico. Quindi, ridurre i casi e progredire con la campagna di vaccinazione sono i due assi su cui ci si deve muovere".
Rezza: "Bisogna responsabilizzare le persone" - Anche secondo Gianni Rezza, siamo dinanzi ad una situazione che "sebbene vada leggermente migliorando, e si inizino a vedere gli effetti positivi delle vaccinazioni, va comunque tenuta d'occhio". E tanto più a fronte delle imminenti riaperture previste dall'ultimo decreto, ha affermato: "Bisogna responsabilizzare le persone, perché le riaperture non vanno viste come un liberi tutti". Il rischio di vanificare i piccoli passi avanti fatti finora, insomma, c'è. Da qui, il monito di Brusaferro: "Il leggero calo dell'Rt è un tesoretto ma ci vuole cautela e gradualità rispetto al rilassamento delle misure e alle riaperture".