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L'allarme degli oncologi: verso ondata dei casi in fase avanzata per i ritardi causati dalla pandemia

Nel 2020 saltati due milioni di screening e -18% di interventi

E' allerta per l'aumento di casi di tumore in fase avanzata, a causa dei ritardi nelle diagnosi e nelle cure accumulati in 24 mesi di pandemia.

In vista della Giornata mondiale contro il cancro, l'Associazione italiana di oncologia medica fotografa avverte: "Serve subito un Recovery plan, ovvero un Piano di recupero dell'oncologia, per colmare i ritardi nell'assistenza. Senza un'adeguata programmazione, le oncologie non saranno in grado di affrontare l'ondata di casi in fase avanzata stimati nei prossimi mesi e anni".

L'assistenza oncologica in Italia è stata messa a dura prova da due anni di pandemia. Nel nostro Paese - ricorda l'Associazione - sono attive 371 Oncologie, l'85% ha un servizio di supporto psicologico. Le Breast Unit, dedicate alla cura del tumore della mammella, sono 287, di queste l'80% tratta più di 150 nuovi casi ogni anno (la soglia minima stabilita a livello europeo). Significativi i passi avanti realizzati nella definizione dei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali (PDTA), essenziali per garantire un'assistenza multidisciplinare, sono stati infatti deliberati dalle reti oncologiche ben 1.375 documenti. Quasi l'80% delle strutture ha una nutrizione clinica di riferimento.

 

Le criticità riguardano in particolare l'assistenza domiciliare oncologica, disponibile solo per il 68% dei centri. Inoltre, sono da implementare i gruppi di cure simultanee. Preoccupa soprattutto l'aumento di casi di tumore in fase avanzata, a causa dei ritardi nelle diagnosi e nelle cure accumulati in 24 mesi di pandemia.

 

 

Nel 2020, in Italia, le nuove diagnosi di neoplasia si sono ridotte dell'11% rispetto al 2019, i nuovi trattamenti farmacologici del 13%, gli interventi chirurgici del 18%. Gli screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una riduzione di due milioni e mezzo di esami nel 2020 rispetto al 2019. Sono state stimate anche le diagnosi mancate: oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 13.00 per il colon-retto (e 7474 adenomi in meno) e .2782 lesioni precancerose della cervice uterina.

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