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Coronavirus, in Italia 17.750 malati, 1.441 vittime, 1.966 guariti | Scontro Protezione civile-Regione Lombardia 

Fontana nomina Bertolaso come consulente personale. Gallera: "Vicini a un punto di non ritorno". Palazzo Chigi: "Non viaggiare neanche per tornare dalla famiglia". Si diffonde lʼepidemia nel mondo

Coronavirus, controlli in stazione a Reggio Calabria su chi arriva dal Nord

L'andamento dell'epidemia da coronavirus in Italia fa pensare, anche se è ancora presto per confermarlo, che il picco si stia avvicinando. A indicarlo, secondo le analisi del fisico Giorgio Parisi, non è il numero dei malati, pari a 17.750 (2.795 in più di venerdì), ma il leggero rallentamento nella progressione delle morti, che sabato sono state 175 contro le 250 registrate venerdì (in tutto le vittime sono 1.441). Positivo il dato dei guariti: 1.996, 527 in un solo giorno (è il dato migliore mai avuto). Intanto il governo dà nuove disposizioni e ribadisce di "evitare qualsiasi spostamento". E' scontro tra la Protezione civile e la Regione Lombardia sulla qualità delle mascherine inviate. Mentre Fontana nomina Guido Bertolaso come consulente personale, Gallera avverte: "Vicini a un punto di non ritorno". La diffusione dell'epidemia nel mondo, intanto, costringe i Paesi a prendere misure sempre più restrittive.

Situazione ancora critica In Italia: sale il bilancio dei contagi Se il dato sui guariti è favorevole, c'è un altro numero che evidenzia però quanto la situazione in Italia sia ancora di piena emergenza ed è quello dei malati, aumentati di 2.795 unità in sole 24 ore, anche questo il maggior incremento da quando a Codogno è stato ricoverato il paziente uno. Più dimessi ma anche più malati, dunque, con 17.750 positivi, 1.518 dei quali ricoverati in terapia intensiva (190 in più rispetto a venerdì), e altri 175 morti in un giorno, compreso il primo operatore sanitario, un 47enne del 118 di Bergamo. Tra i positivi anche i primi due esponenti del governo: i viceministri alla Salute Pier Paolo Sileri e all'Istruzione Anna Ascani. E' presto comunque per arrivare a delle conclusioni sul picco, considerando quanto sia disomogenea la situazione dei contagi in Italia.

 

De Micheli blocca i treni notturni, nuovo appello del governo: non viaggiare  Che comunque la diffusione sia grave lo conferma la decisione del ministro dei Trasporti De Micheli di eliminare i treni notturni - dopo che oltre 400 persone sono partire da Milano per il sud Italia (tutte controllate, avevano le "giuste motivazioni" dice la Polfer) - e di bloccare i collegamenti da e per la Sardegna per tutti i passeggeri: lo scalo di Cagliari resterà aperto fino al 15 marzo. E il nuovo appello ai cittadini di Palazzo Chigi. "Limitate gli spostamenti ai soli motivi essenziali e alle sole esigenze realmente indifferibili, lavoro, salute e stato di necessità - viene affermato -. È il momento della responsabilità di tutti. Non si possono bloccare tutti i trasporti, altrimenti non si riuscirebbero a garantire i servizi essenziali e ad evitare che il Paese si fermi totalmente. Per questo va fatto uno sforzo in più da parte di tutti. Anche da parte di chi lavora o studia in un'altra regione diversa dal luogo dove ha la propria famiglia o la residenza: non si sposti".

 

Schiaffo della Regione Lombardia al governo: Fontana nomina Bertolaso come consulente Il dato positivo sull'evoluzione epidemiologica, vicina al picco, arriva nel giorno in cui esplode lo scontro - che da giorni covava sottotraccia - tra il governo e la Lombardia (che è quasi al collasso con le terapie intensive), con accuse reciproche e lo "schiaffo" all'esecutivo del governatore Attilio Fontana che chiama come "consulente personale" per l'emergenza Guido Bertolaso, l'ex capo della Protezione Civile invocato da tutta l'opposizione, in risposta alla nomina da parte del premier Conte di Domenico Arcuri, come super commissario. 

 

Lombardia chiede le dimissioni di Borrelli: mascherine non idonee L'attacco della Regione contro il governo si è aperto con le accuse dell'assessore al Bilancio lombardo Davide Caparini, che ha chiesto le dimissioni del commissario Angelo Borrelli, sostenendo che le mascherine inviate dalla Protezione Civile "non sono a norma". Ancora più duro l'assessore al Welfare Giulio Gallera: "A noi servono mascherine del tipo fpp2 o fpp3 o quelle chirurgiche e invece ci hanno mandato un fazzoletto, un foglio di carta igienica. Tra poco arriviamo a un punto di non ritorno. Se ogni giorno abbiamo 85 persone in più che entrano in terapia intensiva e tendenzialmente ne escono due o tre". E, come se non bastasse, in serata è arrivato l'annuncio di Fontana: Bertolaso "consulente personale" per la realizzazione dell'ospedale alla fiera di Milano, proprio quello su cui già venerdì c'erano stati diversi attriti tra Regione e Protezione civile. Una polemica che sembrava chiusa con la nota del Dipartimento secondo la quale, d'intesa proprio con la Regione, si era deciso di potenziare i posti letto di terapia intensiva di tutti gli ospedali.

 

La replica di Borrelli  e del ministro Boccia Alle accuse ha replicato prima lo stesso Borrelli e poi il ministro delle Autonomie Francesco Boccia. "Ci sono in corso polemiche destituite di ogni fondamento e quindi mi auguro che anche da parte di tutte le restanti istituzioni si possa esser coesione - ha detto il commissario -. Siamo di fronte ad una grande pandemia, dobbiamo lavorare tutti insieme senza polemiche e lo dice chi da 20 anni è al servizio del paese". Anche Boccia ha rispedito al mittente ogni critica. "La Lombardia ha ricevuto quasi 550mila mascherine nei giorni scorsi, tra ffp2 e ffp3 e quelle chirurgiche, oltre a 113 ventilatori polmonari intensivi. Le critiche a Borrelli sono ingiuste e sgradevole, sono arrivate mascherine e non carta igienica, tocca alle singole regioni smistarle in funzione dei diversi usi". Ma Luciano Nobili (Iv), ringrazia Fontana: "Bertolaso non sbaglia mascherine".

 

Il problema dei dispositivi di protezione individuale Quello dei dispositivi di protezione individuale resta comunque un problema, al di là delle polemiche, perché tutti i Paesi stanno bloccando le esportazioni e l'Italia, come ha detto Borrelli, non ha una produzione nazionale di questo materiale. Ecco perché si stanno valutando due ipotesi: la prima è di riconvertire alcune linee produttive per aumentarne la dotazione; la seconda è quella di inserire in uno dei prossimi decreti una norma che consenta di produrre, con il via libera dell'Iss, mascherine "non sanitarie" da destinare ai lavoratori e alla popolazione in modo che quelle "mediche" recuperate sul mercato siano destinate esclusivamente ai sanitari. Di tutti questi aspetti parleranno molto probabilmente anche Borrelli e Bertolaso nelle prossime ore, E si spera che la conoscenza tra i due, visto che hanno lavorato insieme per un decennio, possa mettere a tacere le polemiche. Inutili e dannose per tutti in un momento in cui la fine dell'emergenza è ancora lontana.

 

Il contagio si diffonde in Europa e nel mondo La cartina dell'Europa è una schiera di cerchi rossi che si allargano sempre di più giorno dopo giorno. Si impennano i numeri dei contagi da coronavirus e i Paesi del Vecchio Continente si ripiegano sempre più su se stessi. Barricati per difendere i loro cittadini e i sistemi sanitari messi sotto stress per l'emergenza generata dalla pandemia. La Spagna ha deciso di proibire tutti gli spostamenti non necessari, come fatto dall'Italia. Francia e Germania hanno chiuso negozi, ristoranti e luoghi di culto. Nella top ten dei contagi mondiali sono entrate anche la Svizzera (1.350 malati) con il Canton Ticino che ha serrato bar, ristoranti ed esercizi commerciali. In Gran Bretagna si contano 1.140 contagi e sono anche raddoppiati in un giorno i morti, saliti da 11 a 21, e il premier Johnson ipotizza di mettere in quarantena gli over 70. L'Eurogruppo ha rinunciato alla riunione "fisica" di lunedì che verrà sostituita da una videoconferenza. In Usa il presidente Trump pensa a nuove restrizioni tra cui lo stop dei voli interni nelle aree con più casi. La Libia invece ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiuso i porti e gli aeroporti.

 

Coronavirus, anche la Spagna vieta tutti gli spostamenti 

 

Bloccati gli italiani all'estero Mentre nel mondo i contagi hanno superato i 150mila casi e i decessi sono oltre 5.600, i blocchi, in Europa e altrove, hanno anche una ripercussione su migliaia di italiani che vorrebbero rientrare in Italia e si ritrovano invece prigionieri all'estero. Per loro è arrivata una nuova rassicurazione della Farnesina. Si lavora per far rientrare tutti, anche con navi e pullman. "Sto parlando con i miei colleghi ministri degli Esteri - ha promesso il ministro degli Esteri Di Maio - per assicurare che ogni singolo caso venga risolto".

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