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Il coronavirus avanza: in Italia quasi 8mila contagi, 463 morti e 724 guariti 

Sono 733 i ricoverati in terapia intensiva, 83 in più rispetto a domenica (+12,7%).

Coronavirus: cos'è e come difendersi, grafica per grafica

"Non ci sarà più una zona rossa, ma ci sarà tutta l'Italia'zona protetta". Con queste parole il premier Giuseppe Conte ha annunciato "misure più stringenti", che tutti i cittadini devono rispettare, da nord a sud, per contrastare l'avanzata del coronavirus. La malattia he ha fatto un nuovo balzo in avanti: i morti nel nostro Paese sono 463, altri 97 in sole 24 ore. I malati sono quasi 8mila. I guariti sono 724.

Il bilancio dell'epidemia inesorabilmente si aggrava: a fronte di un numero complessivo di contagiati pari a 9.172, le persone attualmente positive sono 7.985, con un nuovo balzo di 1.598 rispetto al giorno precedente, pari ad un +25%. Sono 733 quelli ricoverati in terapia intensiva per coronavirus, 83 in più rispetto a domenica (+12,7%).

 

La Lombardia, la regione nettamente più colpita, registra in un giorno 66 morti e 41 ricoverati in più in terapia intensiva. Reparti questi ultimi già da giorni ai limiti nella regione, il che ha richiesto il trasferimento finora di 17 pazienti - quasi tutti affetti da altre patologie - nelle regioni vicine. Il bilancio conta poi 724 guariti, ben 102 in più di domenica (+16,4%).

 

Un segnale di incoraggiamento viene dal paziente uno, il manager di 38 anni di Codogno ricoverato a Pavia, trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva. Non è più intubato e respira autonomamente, ha riferito l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera.

 

La moglie del giovane, incinta di 8 mesi, è tornata a casa da qualche giorno dopo essere stata ricoverata all'ospedale Sacco di Milano. Un piccolo, grande punto segnato dalla sanita' di una regione sferzata dal coronavirus, i cui sanitari affrontano l'impatto piu' duro dell'emergenza. I positivi in Lombardia sono in tutto 5.469, ben 1.280 più di domenica.

 

Le vittime in tutta la regione sono già 333. Cifre che raccontano di un sistema che rischia il collasso e al quale la Protezione civile sta cercando di far affluire buona parte delle attrezzature sanitarie acquisite: respiratori per le terapie intensive e mascherine in primis.

 

Mentre le regioni del nord lottano contro il dilagare del virus, c'è chi cerca di sfruttare il momento per fare affari. Il ministro Boccia denuncia "inaccettabili operazioni di marketing" per attirare nelle località sciistiche i ragazzi che non possono andare a scuola per la chiusura degli istituti.

 

Il caso registrato sull'Abetone in Toscana ha spinto il governo a chiudere tutti gli impianti sciistici del Paese con un'ordinanza della Protezione civile. "L'assunzione di responsabilità delle famiglie e dei singoli è il primo impegno che deve essere mantenuto - dice Boccia -. Quando non c'è interviene lo Stato con tutta la sua forza".

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