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Coronavirus, dalla Campania alla Sicilia con De Luca grida tutto il Sud: "A un passo dal collasso"

Il governatore campano scrive al presidente del Consiglio Conte: "Con assenza di forniture, non ci resterà che contare i morti", mentre Musumeci da Palermo è convinto: "Molti contagi dovuti ai rientri"

"Il richiamo a numeri più contenuti di contagio al Nord, rischia di cancellare del tutto il fatto che non solo la crisi non è in via di soluzione, ma che al Sud sta per esplodere in maniera drammatica. I prossimi dieci giorni saranno da noi un inferno. Siamo alla vigilia di un'espansione gravissima del contagio, al limite della sostenibilità: senza forniture conteremo i morti". Non usa giri di parole il governatore della Campania Vincenzo De Luca nella lettera al premier Conte. Suona forte l'allarme anche il suo collega siciliano Nello Musumeci che annuncia posti in albergo per l'isolamento dei malati: "Molti contagi che stiamo registrando sono dovuti ai casi di rientro". Nella sua regione, la previsione di contaminazione si attesta su una forbice tra i 4.500 e 7mila positivi.

Qui Campania - "La prospettiva, ormai reale, è quella di aggiungere alla tragedia della Lombardia quella del Sud. Per noi è questione di ore, non di giorni", si legge nella lettera inviata dal governatore De Luca al presidente del Consiglio. "Abbiamo fatto con migliaia di operatori, sforzi giganteschi per poter reggere. Ma non si può scavare nella roccia con le mani nude - prosegue la missiva. - Dobbiamo registrare il fatto che dal punto di vista delle forniture essenziali per il funzionamento dei nostri ospedali, in queste settimane da Roma non è arrivato quasi nulla. Il livello di sottovalutazione è gravissimo. Non si è compreso che gli obiettivi strategici sono due: contenere il contagio al Nord; impedire la sua esplosione al Sud. In queste condizioni, ci avviamo verso una tragedia doppia, non ci rimane che contare i morti".

"Rimane aperto un problema - ricorda ancora De Luca - che a mio parere va affrontato con altrettanta tempestività e determinazione: il controllo del territorio, per il quale le forze in campo sono insufficienti. Da questo punto di vista ritengo assolutamente necessario impegnarsi in un grande sforzo collettivo, rivolto all'obiettivo essenziale e prioritario di contenere il contagio. Occorre un piano di mobilitazione mirato delle forze di polizia ma anche di tutte le forze armate, coerente con l'obiettivo, al netto delle attività di prevenzione antiterrorismo".

 

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I numeri campani - Sale a 1.194 il numero dei positivi in Campania. E a Napoli si registra il primo decesso in Campania tra i medici di famiglia. La vittima è Gaetano Autore, 69 anni, medico di famiglia al quartiere Vomero, che era a un passo dalla pensione. De Luca, intanto, ha incaricato il direttore generale dell'ospedale Cotugno Maurizio Di Mauro, insieme con il direttore generale del Dipartimento Salute Antonio Postiglione, di mettere a punto un piano che consenta di avere i risultati dei tamponi entro e non oltre le 24 ore. 

 

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Qui Calabria - "Abbiamo lavorato tutta la notte per sistemare le persone bloccate a Villa San Giovanni che non avevano i requisiti, e d'intesa con il presidente della Regione Sicilia e il ministero dell'Interno, si è deciso di smistarli per fare la quarantena in un hotel a Messina e uno a Reggio Calabria. A Messina sono arrivate circa 100 persone". A dirlo il prefetto di Messina Maria Carmela Librizzi.
 

"Si risolve parzialmente con l'imbarco di donne, alcune in gravidanza, bambini e persone anziane la situazione di Villa San Giovanni. Sono lieta che, dopo un pomeriggio di interventi con il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e il collega della Regione Siciliana Musumeci, si sia arrivati alla messa in sicurezza delle persone più fragili", aveva annunciato Jole Santelli, presidente della Regione Calabria. Intanto, su richiesta della prefettura di Reggio Calabria è stato attivato un presidio lungo l'autostrada A2 'Autostrada del Mediterraneo' per il controllo delle auto dirette in direzione Sud verso gli imbarchi di Villa San Giovanni.

 

I numeri calabresi -  Sono 9 i nuovi casi positivi registrati nell'area centrale della Calabria che comprende le province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Lo rende noto il bollettino dell'ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Da quando è iniziata l'emergenza sono stati eseguiti 1.212 tamponi, 176 nelle ultime 20 ore. I pazienti risultati positivi provenienti da Catanzaro sono 2, 5 da Crotone e 2 da Vibo. Sono ricoverati 17 pazienti nel reparto di malattie infettive e dieci quelli in terapia intensiva.

 

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Qui Sicilia - L'isola si blinda contro il coronavirus. Sono tre i comuni dichiarati "zona rossa": dopo Agira, in provincia di Enna, e Salemi nel Trapanese, alla lista si aggiunge anche Villafrati, alle porte di Palermo, dove l'allarme è scattato a seguito della scoperta di 62 casi positivi in una casa di riposo. E otto deputati dell'Assemblea regionale siciliana chiedono al governatore Nello Musumeci che lo stesso provvedimento venga preso per Messina. Al centro delle problematiche sull'isola continuano a esserci gli spostamenti e, in particolare, quelli che coinvolgono la sponda calabra dello stretto siciliano.

 

"A Villa san Giovanni - sottolinea Musumeci - i controlli vanno fatti in maniera seria. E' un problema di ordine pubblico, non sappiamo chi entra in Sicilia. Oggi non è sicuro stare in Sicilia per chi viene da fuori, non sappiamo che se chi sbarca sia portatore di virus. Non possiamo consentire che 8mila o 3mila persone al giorno possano transitare dalla Calabria alla Sicilia". Al 24 marzo sono quasi 40mila le persone che, giunte sull'isola, si sono registrate sul portale della Regione ma ne mancherebbero ancora all'appello. E l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, quando i casi positivi ammontano a 799, ricorda che "molti contagi che stiamo registrando sono proprio dovuti ai casi di rientro". In tutta la regione, la previsione di contaminazione si attesta su una forbice tra i 4.500 e 7mila positivi.

 

 

A mezzanotte è scaduto l'avviso col quale la Regione chiedeva la disponibilità delle strutture alberghiere per ospitare i pazienti in isolamento che non hanno bisogno del ricovero in ospedale. "Almeno mille i posti previsti e decine le strutture alberghiere che hanno aderito", ha comunicato via Facebook Musumeci. L'onere sarà a carico delle casse pubbliche. "Tutto questo - ha sottolineato - serve a tentare di spezzare la catena del contagio, se conteniamo abbiamo vinto la battaglia al 70%, il resto dipende da una serie di concause".

 

 "Abbiamo effettuato una ricognizione dei locali che possono essere messi a disposizione dalle Opere Pie - ha affermato l'assessore siciliano alle Politiche sociali Antonio Scavone, che sta seguendo i contatti con i vari enti. - Circa una ventina sparse su tutto il territorio regionale sono pronte a garantire le proprie strutture per la gestione dell'emergenza coronavirus sia dal punto di vista sanitario che sociale. Abbiamo stimato una potenziale ricettività di circa 800 posti".

 

 

"Tornate a casa, non si esce" dice la voce registrata del sindaco di Messina Cateno De Luca diffusa dai droni per fare rispettare le misure per il controllo del coronavirus. "Vi becco uno a uno", assicura e aggiunge: "Non vi posso impedire formalmente di uscire da casa? Bene, vi impedisco di passare sul suolo pubblico".

 

I numeri siciliani - E' morto all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta il medico di Riesi, Calogero Giambarresi, di 69 anni, ricoverato sabato dopo essere risultato positivo al coronavirus. E' la seconda vittima per Covid-19 in provincia di Caltanissetta. Il primo, un biologo di 58 anni, nisseno era morto l'11 marzo. Secondo gli ultimi dati, intanto, sono 936 le persone positive fino ad ora, 137 in più in 24 ore. Dall'inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento sono 8.374. Di questi sono risultati positivi 994 (+148), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 936 persone (+137). Sono ricoverati 399 pazienti (50 a Palermo, 126 a Catania, 91 a Messina, uno ad Agrigento, 17 a Caltanissetta, 53 a Enna, 17 a Ragusa, 22 a Siracusa e 22 a Trapani) di cui 80 in terapia intensiva, mentre 537 sono in isolamento domiciliare, 33 guariti e 25 deceduti (uno ad Agrigento, Palermo e Siracusa, 2 a Messina e Caltanissetta, 6 a Enna e 13 a Catania).

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