Le 72 pagine del provvedimento

Ciro Grillo e i tre amici condannati per stupro di gruppo, le motivazioni della sentenza: "Vittima pienamente attendibile"

Lo scrivono i giudici del tribunale di Tempio Pausania

23 Dic 2025 - 12:33

La presunta vittima dello stupro di gruppo per il quale sono stati condannati Ciro Grillo, figlio di Beppe, e tre suoi amici genovesi, fatti avvenuti la notte fra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villetta di Porto Cervo della famiglia Grillo, "deve essere ritenuta pienamente attendibile". Lo scrivono i giudici del tribunale di Tempio Pausania nelle 72 pagine della motivazione della sentenza, depositata lunedì pomeriggio. Il 22 settembre il collegio ha condannato Grillo jr, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria a 8 anni; a 6 anni e sei mesi invece Francesco Corsiglia.

Cosa c'è scritto nelle motivazioni della sentenza di condanna di Ciro Grillo e dei tre amici?

  Nelle 72 pagine del provvedimento, il collegio presieduto da Marco Contu ricostruisce i fatti avvenuti nel luglio del 2019 in Costa Smeralda, all'interno della villa di proprietà di Beppe Grillo, comico e fondatore del Movimento 5 Stelle. Secondo la ricostruzione dei giudici, dopo aver conosciuto una studentessa italo-norvegese di 19 anni e una sua amica diciottenne, i quattro giovani le avrebbero invitate nella struttura, dove si sarebbe poi consumata la violenza nei confronti di una delle due ragazze.

Il tribunale esclude in modo netto qualsiasi ipotesi di consenso, sottolineando come i rapporti si siano svolti in un contesto di costrizione e di impossibilità di reazione da parte della giovane, aggravato da una condizione di fragilità. I giudici, infatti, escludono "senz'altro un'ipotesi di consenso da parte della stessa, dato che si sono consumati in un contesto di costrizioni e impossibilità di reagire da parte della ragazza che denotano la particolare brutalità del gruppo, coeso fin da principio, e che ha agito in un contesto predatorio e prevaricatorio non tenendo in considerazione alcuna lo stato di fragilità in cui versava la ragazza".

Il caso Ciro Grillo: quello che sappiamo

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Cosa ha raccontato la vittima?

  Le eventuali discrepanze nel racconto della vittima, evidenziano poi i giudici, sono da considerarsi fisiologiche e legate al tempo trascorso e alla difficoltà di rievocare ogni dettaglio, senza intaccarne la credibilità complessiva. "Ha, fin da principio, reso un racconto immutato nel suo nucleo essenziale mentre, le asserite contraddittorietà evidenziate dalla difesa degli imputati, altro non devono ritenersi se non fisiologiche e dovute alla difficoltà della stessa di ricordare infiniti dettagli di una vicenda peraltro risalente a qualche anno prima rispetto alla sua escussione in dibattimento", scrivono i giudici. Per il collegio, dunque, l'azione del gruppo si sarebbe inserita in una dinamica "predatoria e prevaricatrice", portata avanti in modo coeso sin dalle prime fasi, con modalità tali da confermare la gravità delle condotte contestate.

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