A rispondere di lesioni aggravate, diffamazione e minacce sarà solo la più grande che è imputabile perché 14enne
Il pestaggio risale al 5 luglio, ma l'inchiesta si è già chiusa: del branco di bulle che ha picchiato una 14enne nel parco pubblico di Chieti solo una, la più grande e coetanea della vittima, è imputabile. Le altre tre, che hanno 11 e 12 anni, non risponderanno davanti al giudice del Tribunale dei Minori de L'Aquila di lesioni aggravate, diffamazione e minacce in concorso. Pur se a incastrarle sono stati gli stessi video girati durante l'aggressione e poi diffusi su Instagram e TikTok. Per loro, dunque, il procedimento è destinato a terminare con un "non luogo a procedere".
Eppure tutte e quattro insieme volevano che tutti vedessero ciò che facevano per aumentare l'umiliazione della vittima e proprio attraverso i video che le incastrano le indagini hanno potuto ricostruire nei dettagli quel pomeriggio di botte.
Il capo d'imputazione riferito dal quotidiano abruzzese Il Centro conferma la dinamica del branco e assegna a ciascuna un ruolo preciso: le quattro, due sono sorelle, avrebbero agito "con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso". In due, secondo l'accusa, non si limitano a guardare: una di loro "partecipava all'aggressione realizzando un video tramite smartphone, incitando, ridendo e non intervenendo".
Inoltre, sarebbe stata proprio la 12enne del branco ad afferrare la vittima per i capelli, strattonandola fino a farla cadere per poi colpirla violentemente al volto e in varie parti del corpo con pugni, calci, schiaffi e ginocchiate. Il tutto condito da insulti e dall'incitamento alle altre: "Fammi il video".
L'aggredita ha riportato un trauma alla testa e al volto, contusioni al torace e all'addome e diverse escoriazioni, per una prognosi di venti giorni con diversi giorni di ricovero in Pediatria.