Stop ai cellulari alle superiori, la storia di un giovane telefono-dipendente: "Non riuscivo a stare un minuto senza guardare"

Dopo l’annuncio del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha espresso l’intenzione di estendere - dal prossimo anno - il divieto di utilizzo dei cellulari anche alle scuole superiori, il dibattito pubblico sull’uso compulsivo degli smartphone tra i più giovani si è riacceso con forza.

A tal proposito, "Mattino Cinque News" ha mandato in onda la testimonianza di un ragazzo che ha vissuto in prima persona una vera e propria dipendenza da telefono, al punto da compromettere la sua vita quotidiana e il suo equilibrio psico-fisico.

“Fino a sei mesi fa, ero un ragazzo che non usciva di casa: non facevo niente, non riuscivo ad andare al lavoro perché anche lì avevo problemi per colpa del cellulare”, racconta il giovane, che ha preferito restare anonimo.

"Quando sentivo che il telefono si stava scaricando, iniziavo a sudare, a stare male, mi veniva mal di testa", prosegue, descrivendo sintomi che ricordano quelli dell’astinenza. Con il passare del tempo, il disagio si è esteso anche alla sfera relazionale e comportamentale.

"Quando provavano a togliermelo, diventavo nervoso e spaccavo i mobili", rivela, spiegando come la frustrazione e l’ansia si trasformassero in scatti di rabbia incontrollata.

Il telefono era diventato un’estensione della sua persona, una presenza costante persino durante la notte: "Dormivo con il telefono sotto il cuscino e mi svegliavo appena sentivo che mi arrivava una qualche notifica, anche se magari non era successo niente".