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La Cassazione ribalta la sentenza sul Mondo di mezzo: "Non è stata mafia"

Lʼalta corte ha imposto di rifare il processo per 17 imputati, tra cui Massimo Carminati, ed eventualmente rideterminare le pene

La Cassazione ha dichiarato esclusa l'associazione mafiosa nel processo "Mondo di Mezzo", ribattezzato Mafia Capitale nella sentenza d'appello che aveva invece riconosciuto l'articolo 416 bis.

Cadono anche molte delle accuse contestate a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.

La sesta sezione penale aveva al vaglio la posizione di 32 imputati, di cui 17 condannati dalla Corte d'Appello di Roma, lo scorso anno, a vario titolo per mafia (per associazione a delinquere di stampo mafioso, o con l'aggravante mafiosa o, ancora, per concorso esterno). L'accusa, mossa dalla procura di Roma, ruotava attorno alla costituzione di una "nuova" mafia, con propaggini nel mondo degli appalti della Capitale.

 

 

La sentenza di primo grado, non ha riconosciuto i reati di mafia ma la presenza di due distinte associazioni "semplici" quella di Buzzi e quella di Carminati. Ci sarà un nuovo processo di appello, solo per alcuni reati. Tra gli imputati per i quali dovrà essere ricalcolata la pena ci sono Luca Gramazio, ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio, e Franco Panzironi, ex ad dell'Ama. Inoltre, per quanto riguarda Buzzi, la Cassazione lo ha assolto da due delle accuse contestategli, di turbativa d'asta e corruzione, mentre per Carminati cade anche un'accusa di intestazione fittizia di beni. In conseguenza della riqualificazione del reato di associazione mafiosa in associazione a delinquere semplice, la Cassazione ha pure annullato alcuni risarcimenti nei confronti delle parti civili, tra cui associazioni antimafia. 

 

Difesa Carminati: "Soddisfatto da cittadino" - "Sono soddisfattissimo come avvocato e cittadino". Così il difensore di Massimo Carminati, Cesare Placanica dopo la sentenza della Cassazione che ha annullato senza rinvio le accuse di Mafia e disposto un nuovo processo come associazione 'semplice'. "La Corte di Cassazione ha detto che a Roma non c'è mafia", ha aggiunto l'avvocato Placanica. A chi gli chiedeva se questa sentenza fosse una vittoria di Carminati, Placanica ha risposto: "Ridurre i processi a vittorie e sconfitte è una cosa che non va bene perché dà una carica impropria ai processi che si fanno per stabilire se uno è colpevole o innocente". Sulla presenza di alcuni politici al Palazzaccio (la sindaca di Roma, Virginia Raggi, e Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia) il legale ha detto "La difesa sociale si arresta alle porte del processo, ecco perché sembra un fatto senza senso che un politico venga al processo. Il processo è una cosa delicata dove si stabilisce se uno ha commesso un reato oppure no. Introdurre la difesa sociale nel processo porta distorsioni".

 

Raggi: confermato sodalizio criminale - "Questa sentenza conferma comunque il sodalizio criminale. È stata scritta una pagina molto buia della storia di questa città. Lavoriamo insieme ai romani per risorgere dalle macerie che ci hanno lasciato, seguendo un percorso di legalità e diritti. Una cosa voglio dire ai cittadini onesti: andiamo avanti a testa alta". Lo ha detto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, dopo la sentenza della Cassazione.

 

Difesa Buzzi: "A Roma sistema marcio non mafia" - "Buzzi su mia indicazione aveva ammesso alcune delle contestazioni. A Roma c'era un sistema marcio e corrotto e la sentenza di primo grado l'ha riconosciuto. La procura ha provato a sostenere la mafia. La Cassazione ha detto quello che avevamo sostenuto fin dall'inizio". Lo ha detto l'avvocato Alessandro Diddi, difensore di Salvatore Buzzi.

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