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Cartabellotta: "Anche la curva delle terapie intensive in forte crescita"

Presidente della Fondazione Gimbe a Tgcom24: "Da due settimane la crescita dei casi è esponenziale e non più lineare"

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto alla trasmissione di Tgcom24 "Dentro ai Fatti". Secondo quanto dichiarato, ci troviamo in un momento di rapida risalita dei casi e la motivazione non va riscontrata solo nell'aumento del numero di tamponi effettuati. "E' aumentato il rapporto tra positivi e casi testati" ha dichiarato Cartabellotta, sottolineando l'incremento registrato anche dalle curve degli ospedalizzati e delle terapie intensive.  

"Quello che adesso dobbiamo guardare sono i trend settimanali. Da due settimane infatti la crescita della curva dei casi è diventata esponenziale, non più lineare". Ciò significa che, dopo essere arrivati a fine luglio in una situazione di grandissimo vantaggio, se tra la fine di agosto e quella di settembre siamo riusciti a mantenerci tra i 9 e gli 11 mila casi settimanalmente, tra il 30 settembre e il 6 ottobre "sono schizzati a 17.200, e in quella passata a 35.204". Solo negli ultimi due giorni, riferisce Cartabellotta, si sono aggiunti già più di 16 mila muovi casi.

 

"Aumentando progressivamente il numero dei casi settimanali, si espande il bacino dei casi attualmente positivi che nell'ultima settimana sono passati da 60 mila a quasi 90 mila". Nell'ultima settimana poi non sono aumentati solo tamponi e contagi ma anche le curve delle terapie intensive e dei ricoveri. Secondo il Presidente Cartabellotta, ciò è dovuto da una relazione tra gli asintomatici, o coloro che sono in isolamento domiciliare, e le persone più fragili e anziane.

 

Tornando però ai mesi trascorsi, "all'inizio dell'estate molti si sono comportati come se il virus ormai non esistesse più" fa notare il Presidente della Fondazione Gimbe, eppure già al tempo bisognava mettere in atto strategie di potenziamento per il controllo epidemiologico. "Quello che adesso è saltato, soprattutto nelle regioni, non è la situazione ospedaliera, che comunque sta iniziando ad andare in sovraccarico, ma il sistema di tracciamento territoriale che non deve essere affidato agli ospedali bensì al territorio".

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