SUL CADAVERE TRACCE BIOLOGICHE

Ingegnere ucciso a Napoli, eseguita autopsia: oltre 30 coltellate

Sul cadavere sono state rinvenute alcune tracce biologiche che saranno esaminate dalla polizia scientifica

14 Feb 2017 - 11:53

Almeno 35 coltellate, una trentina delle quali andate a segno, le altre attutite dai vestiti. Tanti sono stati i fendenti da cui è stato raggiunto l'ingegner Vittorio Materazzo, ucciso lunedì a Napoli. E' quanto è emerso dall'autopsia effettuata nell'obitorio del Policlinico partenopeo. Sul cadavere, inoltre, sono state rinvenute alcune tracce biologiche che saranno esaminate dalla polizia scientifica.

"Rabbia fuori dal comune, esclusa la rapina degenerata" - "L'autopsia - sottolinea l'avvocato Luigi Ferrandino, che assiste la vedova e i figli dell'ingegnere - escluderebbe il movente della rapina. Chi ha ucciso lo ha fatto con una rabbia fuori dal comune, tipica non di chi vuole impossessarsi di un bene, ma di chi vuole raggiungere l'obiettivo della morte".

Coltellata fatale alla vena giugulare - Il colpo di grazia all'uomo, che ha opposto resistenza, è arrivato con l'ultima coltellata che ha leso la vena giugulare. Slitta a mercoledì, intanto, il prelievo del Dna di Luca Materazzo, fratello della vittima e unico indagato al momento. Lunedì la vedova dell'ingegnere, Elena Grande nominerà un consulente di parte in vista dell'esame che ne seguirà.

Il killer indossava casco e giaccone - L'assassinio dell'ingegnere risale alle 19.30 di lunedì. Quel che si sa, è che ad affrontare il 51 enne professionista è stato un uomo armato di coltello che indossava un casco e un giaccone. A fornire questi dettagli è stato un testimone oculare che avrebbe visto l'assassino all'opera. Avrebbe anche cercato di inseguirlo mentre Materazzo, sanguinante, e riverso a terra, veniva soccorso. Inutili sono risultati i massaggi cardiaci praticati da due diverse persone. Una coltellata all'addome, tre alle spalle e quella alla gola, non gli hanno lasciato scampo.

Nessun elemento utile dalle immagini della videosorveglianza - Materazzo, quella sera, è arrivato a bordo della sua auto, l'ha parcheggiata in garage e poi è andato a casa. A questo punto è entrato in azione l'omicida. Gli investigatori hanno acquisito e visionato le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza che però, finora, non hanno fornito elementi utili.

Si indaga sui dissapori tra vittima e fratello - Secondo quanto emerso in un secondo momento, Vittorio Materazzo nutriva forti dubbi sulla morte del padre, avvenuta nel 2013. La circostanza, al momento, non e' da mettere in relazione con il suo omicidio ma l'ingegnere si era spinto fino a consegnare una documentazione alla Procura di Napoli, con la quale chiedeva accertamenti sulle cause del decesso del padre. In questa stessa documentazione aveva anche parlato di antichi dissapori col fratello Luca, una volta culminati in un'aggressione. Una storia vecchia di 13 anni sulla quale adesso gli investigatori vogliono riaccendere i riflettori.

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