Brescia, travolto e ucciso da un'auto: nessun pirata della strada ma un omicidio dopo una rissa in campo rom
Sembra che lʼinvestitore abbia voluto vendicarsi. I carabinieri sono risaliti a lui, un 28enne serbo, tramite la targa, e lo hanno fermato
Un uomo di 25 anni viene travolto e ucciso da un'auto a Brescia. Sembrava l'ennesimo caso di omicidio stradale e invece, a poche ore dalla tragedia, si scopre che si sarebbe trattato di un omicidio. Sono le 18;30 di venerdì quando, a pochi passi da un campo rom, un suv investe e uccide un pedone gettandolo in un fosso e si dilegua senza prestare soccorso. Si pensa subito a un pirata della strada, ma ben presto le forze dell'ordine scoprono che le cose stanno diversamente.
La rissa al campo rom - Nell'impatto il suv perde la targa ed è proprio grazie ad essa che i carabinieri riescono a risalire alla vettura, ricostruendo l'intera vicenda. Si scopre infatti che poco prima della tragedia c'era stata una rissa nel campo rom: l'investitore, 28 anni e fratello della moglie dell'uomo ucciso, era stato aggredito dal cognato. L'aggressore si era offeso perché non era stato invitato a una festa, a cui stava invece partecipando la donna, che quindi non era a casa del marito a cucinare.
La vendetta e il fermo - Dopo la rissa il 28enne, nato in Serbia, furioso per l'aggressione, era salito in auto e aveva investito il cognato per vendicarsi. "C'ero io alla guida", avrebbe ammesso ai carabinieri quando l'hanno fermato. Al vaglio delle forze dell'ordine c'è ora la posizione dei due fratelli, uno dei quali è stato ricoverato in ospedale a causa delle ferite da arma da taglio.
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