Ragazza pakistana investita a Macerata, ergastolo al padre per omicidio
Lʼimputato ha sempre respinto le accuse. La ragazza rimase uccisa a Trodica di Morrovalle, sulla Sp 485
La Corte d'Assise di Macerata ha condannato all'ergastolo Muhammad Riaz per l'omicidio volontario della figlia 19enne Azka Riaz.
L'imputato, inizialmente accusato di omicidio preterintenzionale, è stato giudicato colpevole anche di violenza sessuale e maltrattamenti. La vicenda risale al 2018, quando la ragazza, che doveva testimoniare contro il padre, era stata picchiata dall'uomo e poi lasciata semisvenuta a terra, dove un'auto l'aveva travolta.
L'imputato ha sempre respinto le accuse. La ragazza fu investita a Trodica di Morrovalle (Macerata), sulla Sp 485. Dopo la lettura della sentenza della Corte d'Assise di Macerata che ha condannato Muhammad Riaz all'ergastolo per omicidio volontario della figlia 19enne Azka, il procuratore capo della Repubblica di Macerata, Giovanni Giorgio, ha dichiarato: "Ci riteniamo soddisfatti perché sono state accolte le nostre tesi. E' una vicenda particolarmente orribile".
"Sentenza ingiusta - ha invece commentato il legale dell'imputato, Francesco Giorgio Laganà - perché fondata su un pregiudizio: aver ipotizzato la violenza dall'omicidio e viceversa, fatti che si sono incatenati a vicenda senza che su alcuno dei due ci sia un elemento di certezza. Speriamo che la sentenza sarà riformata in appello".
Quanto inserito fra l'1.00 e le 8.00 verrà moderato a partire dalle ore 8.00
Nessun commento
Metti il tuo like ad un commento
Sarà pubblicato al più presto sul nostro sito, dopo essere stato visionato dalla redazione
Il commento verrà postato sulla tua timeline Facebook
I commenti in questa pagina vengono controllati
Ti invitiamo ad utilizzare un linguaggio rispettoso e non offensivo, anche per le critiche più aspre
In particolare, durante l'azione di monitoraggio, ci riserviamo il diritto di rimuovere i commenti che:
- Non siano pertinenti ai temi trattati nel sito web e nel programma TV
- Abbiano contenuti volgari, osceni o violenti
- Siano intimidatori o diffamanti verso persone, altri utenti, istituzioni e religioni
- Più in generale violino i diritti di terzi
- Promuovano attività illegali
- Promuovano prodotti o servizi commerciali