Incidente ferroviario di Brandizzo, il fratello di Kevin Laganà: "Quel video è un testamento"
Secondo gli inquirenti quattro vittime erano senza specializzazione, la rabbia dei sindacati a "La Stampa": "Non potevano lavorare in quel cantiere. Per gli interventi sui binari servono esperienza e formazione"
"Quel video per me ha il valore di un testamento.
È come se mio fratello abbia voluto farsi giustizia da sé". A parlare al Corriere della Sera è Antonino, il fratello maggiore di Kevin Laganà, il più giovane degli operai morti nell'incidente ferroviario di Brandizzo. Anche lui lavora per la Sigifer, la stessa azienda di Kevin. Per questo motivo è stato convocato dalla procura di Ivrea per capire se aprire un cantiere prima di aver bloccato la circolazione dei treni sia una eccezione o una consuetudine: "Dirò la verità, come ho sempre fatto".
Operai senza specializzazione?
Nella squadra travolta dal treno sembrerebbe - secondo gli investigatori - che quattro fossero degli operai comuni e non avrebbero potuto dunque essere mandati a lavorare sui binari della ferrovia di Brandizzo. Un cantiere ad alta specializzazione che richiedeva la presenza di addetti con determinate qualifiche. Alla Sigifer secondo le prime verifiche quasi tutti i lavoratori avrebbero la qualifica di operai comuni. Solo 18 sono operai qualificati, quelli specializzati sarebbero invece 35. "Questo vuol dire che hanno il livello più basso - spiega a "La Stampa" Claudio Papa, segretario generale della Feneal Uil Torino - invece sono chiamati a svolgere mansioni per cui non si può essere operai comuni".
Fotogallery - Operai travolti da un locomotore a Brandizzo (Torino), chi sono le vittime
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