Il piccolo Carlo Panizzo, 6 anni, è morto annegato a pochi metri dalla riva. Il bagnino: c'era bandiera rossa per la corrente forte
"Era lì davanti a me, poi non l'ho più visto". È questa la frase pronunciata dalla madre di Carlo Panizzo, il bambino di sei anni annegato a Cavallino Treporti, che sintetizza il dolore di una tragedia impossibile da accettare. La donna aveva portato il figlio al mare per una breve gita estiva, in una giornata di sole apparentemente tranquilla. In un attimo, quel momento di serenità si è trasformato in angoscia. Carlo stava giocando a pochi metri dalla riva, ma è scomparso nel nulla. La madre si è alzata di scatto, ha chiesto aiuto, e in pochi minuti si è attivata una straordinaria catena umana. Ma per Carlo non c'è stato nulla da fare. Il suo corpo è stato ritrovato solo nella notte, adagiato sul fondale, vicino ai frangiflutti. La tragedia ha scosso Cavallino e l'intera comunità di Roncade, dove il piccolo viveva con la famiglia. Intanto, sui social, non sono mancate polemiche e accuse alla donna: migliaia di utenti l'hanno attaccata per non aver vigilato abbastanza. Un'ondata di commenti che ignora la complessità del dolore e solleva interrogativi sulla crudeltà del giudizio online.
La madre di Carlo, Dana, non riesce a capacitarsi dell'accaduto. "Era lì davanti a me", ha dichiarato al Corriere della Sera. "Poi non l'ho più visto". Seduta sulla spiaggia, convinta che il figlio fosse al sicuro, lo aveva lasciato giocare come ogni altro bambino. Ma nel tratto di mare di Ca' Pasquali, dove il fondale degrada lentamente, si erano formate insidiose buche di risacca, complice il vento del mattino. "Poteva essere ovunque - ha raccontato - e non ho sentito nemmeno un urlo". La donna si è precipitata dai bagnini, ha urlato il nome del figlio, ha chiesto aiuto. Il tutto è avvenuto intorno alle 16. Ma nessuno, tra i bagnanti presenti, si è accorto subito della scomparsa del piccolo.
Sulla spiaggia del Cavallino era esposta bandiera rossa per la corrente forte in mare. Lo ha confermato il bagnino, Enzo, che per primo si è dato da fare chiamando a raccolta i turisti per creare la catena umana che ha partecipato alle ricerche. "C'era la bandiera rossa - ha spiegato l'uomo ai giornali locali - perché era appena calata la bora da nord-est. Il vento nel pomeriggio si stava calmando ma la corrente era molto forte, c'era risacca perché stava calando la marea". Quindi, ha aggiunto il bagnino, vicino agli scogli - dov'è stato trovato il corpicino, "c'erano onde e un forte risucchio verso il largo".
La reazione sulla spiaggia è stata immediata. Andrea, uno dei bagnini in servizio, ha raccontato a la Repubblica di aver lanciato il segnale di emergenza e di aver chiesto ai turisti di entrare in acqua. In pochi minuti, circa 600 persone si sono tenute per mano per formare una lunga catena umana che ha perlustrato il tratto di mare palmo a palmo. Sono intervenuti la Guardia Costiera, i vigili del fuoco, motovedette, elicotteri e unità specializzate. Nonostante l'imponente mobilitazione, Carlo è rimasto invisibile agli occhi di tutti per ore. Le ricerche si sono estese anche sulla terraferma, nella speranza che il piccolo si fosse allontanato da solo. Ma con il passare del tempo, l'angoscia è cresciuta.
Alle 2:45 di martedì notte, il sonar dei sommozzatori dei vigili del fuoco ha rilevato una sagoma a circa 100 metri dalla riva, accanto al frangiflutti. Il comandante Carlo Metelli ha spiegato che il corpo del bambino si trovava a due metri di profondità, "adagiato sul fondale, non incastrato". La madre, nel frattempo, era stata accompagnata a riposare in una casa messa a disposizione dal Comune. L'assessore Alberto Ballarin, presente sul posto, ha dichiarato: "Sono ore di grande tristezza, la nostra comunità è fortemente scossa. La spiaggia è sorvegliata, ma questa tragedia dimostra quanto basti un istante per perdere il controllo". Le candele accese e i messaggi lasciati sui sassi del frangiflutti hanno composto un piccolo altare spontaneo. Peluche, conchiglie, disegni: l'ultimo saluto al piccolo Carlo.
La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo conoscitivo senza indagati. Un atto dovuto, per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti. Nel frattempo, Roncade e Cavallino si stringono attorno alla famiglia Panizzo. La rete ha reagito con una doppia faccia: da un lato la commozione e la solidarietà, dall'altro una valanga di commenti durissimi contro la madre, accusata di negligenza. Un comportamento che molti ritengono inaccettabile: "Non si può attaccare una madre che ha appena perso un figlio", scrive una donna. E tante mamme hanno raccontato episodi simili, in cui bastano pochi secondi per perdere un bambino di vista in spiaggia. Le autorità invitano alla prudenza, ma anche alla comprensione. Il mare, anche il più tranquillo, può nascondere pericoli invisibili. E il dolore non va mai sommato al giudizio.
Come riporta Il Gazzettino, la giornata al mare sarebbe stata pensata come una festa per il compleanno del bambino. Infatti, Carlo aveva compiuto gli anni tre giorni prima della tragedia.