Nell'inchiesta sui maltrattamenti nello storico carcere milanese coinvolte 51 persone tra cui agenti, medici e dirigenti
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Emergono nuovi sviluppi nell'inchiesta sul carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, già al centro di un'indagine giudiziaria per presunti episodi di violenza e maltrattamenti ai danni dei detenuti. Tra i 51 indagati figurano anche due figure storiche dell'istituto: don Gino Rigoldi, cappellano per oltre cinquant'anni, e don Claudio Burgio, suo successore. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, i due sacerdoti risultano indagati con l'accusa di omessa denuncia. Dall'informativa di oltre 900 pagine redatta dalla Squadra mobile e inserita nel fascicolo d’indagine coordinato dalle pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, emerge che entrambi sarebbero stati a conoscenza delle violenze commesse all’interno dell’istituto.
Al centro dell'indagine giudiziaria ci sono numerosi episodi di tortura e percosse che sarebbero stati inflitti ai giovani detenuti. La Procura di Milano intende ascoltare davanti a un giudice 33 ragazzi coinvolti, con l'obiettivo di raccogliere testimonianze dirette e documentate. Oltre ai due sacerdoti, nell'elenco degli indagati figurano anche agenti penitenziari accusati di violenze fisiche, ex dirigenti del carcere, l'ex comandante della struttura, medici e infermieri. Le ipotesi a loro carico variano dalla partecipazione attiva ai pestaggi, alla mancata segnalazione o alla copertura degli abusi.
Una parte dell'informativa, che include dieci pagine e i nomi dei due sacerdoti, risulta omissata, segnale che gli accertamenti sono ancora in corso e che nuove rivelazioni potrebbero emergere nelle prossime settimane.