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Bari, il Tar (e gli ambientalisti) fermano la prima opera ferroviaria del Pnrr | A rischio l'alta velocità pugliese

Bloccati i lavori che erano stati autorizzati dalla Regione e dai ministeri. Considerati "intoccabili" carrubi e mandorli: fermato lavoro da 406 milioni di euro

Bari, il Tar (e gli ambientalisti) fermano la prima opera ferroviaria del Pnrr | A rischio l'alta velocità pugliese - foto 1
Tgcom24

A Bari l'alta velocità ferroviaria potrebbe non arrivare.

I lavori per la realizzazione della nuova linea sono stati bloccato dal Tar della Puglia il quale ha sospeso l'autorizzazione paesaggistica data dalla Regione Puglia per il progetto della nuova rete ferroviaria nella zona di Lama San Giorgio, a sud di Bari. L'opera che prevede il raddoppio dei binari per 10 chilometri e la successiva variante di un tratto della strada statale 16 rientra nell'ambito del più ampio progetto del Nodo ferroviario di Bari. Progetto finanziato anche coi fondi del Pnrr (doveva essere la prima opera realizzata) che ora è a rischio e con essa anche i 205 milioni di euro assegnati su un totale di 406 milioni.

 

 

I carrubi e i mandorli frenano il Pnrr - Il Tar ha accolto il ricorso proposto da comitati ambientalisti e cittadini proprietari di terreni interessati dall'opera. Si tratta di un lembo di terra chiamata Lama San Giorgio nel territorio del comune di Noicattaro in cui sono presenti carrubi e mandorli, alcuni secolari. Secondo il Tar il via libera dato dalla Regione Puglia e da tutti gli organi preposti (comprese le sopraintendenze) non hanno tenuto conto di possibili percorsi alternativi. Ma il tracciato che dovrebbe spostare il traffico ferroviario nell'entroterra è stato autorizzato già da 10 anni. Rfi aveva recintato la zona di Lama San Giorgio e le ruspe stavano per partire. L'alta velocità Napoli-Bari è tra i primi progetti ferroviari presenti nel Pnrr con un investimento previsto di almeno 1,4 miliardi di euro. Ora però è tutto fermo.

 

Tutti i numeri del Pnrr

 

A rischio un'opera da 400 milioni finanziata dal Pnrr - L'opera in questione, "Infrastruttura strategica Nodo di Bari: Bari Sud", sposta i binari dalla linea del mare in un'area più interna andando a toccare le lame che sono vincolate paesaggisticamente. In via cautelare il Tar Puglia lo scorso luglio aveva già sospeso l'autorizzazione paesaggistica. L'ordinanza fu poi riformata a settembre dal Consiglio di Stato che annullò l'ordinanza del Tribunale amministrativo. Il nodo ferroviario è un'opera da 406 milioni di euro, la metà dei quali sono finanziati dal Pnrr. "Un'occasione da non sprecare", aveva detto la premier Giorgia Meloni a proposito dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e di cui l'Europa ci aveva accordato la seconda tranche di finanziamenti.

 

Il ricorso della Regione - E mentre gli ambientalisti esultano per una vittoria quasi insperata, a Bari la Regione si prepara a dare battaglia con un ricorso urgente. Anche Rete Ferroviaria Italiana, che si occupa dei lavori, parteciperà al braccio di ferro legale.

 

Cosa è il Tar - Il Tribunale Amministrativo Regionale è un organo che giudica i ricorsi dei privati quando si sentono lesi da atti compiuti dalla pubblica amministrazione. Le sentenze dei Tar (ce ne sono uno per ogni Regione) sono appellabili davanti al Consiglio di Stato (che è il massimo giudice speciale amministrativo). Le decisioni del Tar sono immediatamente esecutive ma il ricorrente ha poco tempo per chiedere l'intervento del tribunale: entro 60 giorni dalla notifica da parte dell'autorità che ha emesso il provvedimento contestato.

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