processo celebrato con il rito abbreviato

Bari, maltrattò il marito (che poi si tolse la vita): condannata a 7 anni

Il giudice ha escluso l'aggravante della morte come conseguenza dei maltrattamenti, ma ha riconosciuto l'aggravante dell'aver commesso il fatto in presenza di minori

03 Dic 2025 - 17:25
 © ansa

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Il gup del Tribunale di Bari Vittorio Rinaldi ha condannato alla pena di 7 anni di reclusione una 30enne di nazionalità egiziana accusata di maltrattamenti aggravati, consistiti in insulti e minacce, ai danni del marito, un 34enne del Barese che il 10 aprile 2024 si tolse la vita. La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Il giudice ha escluso, come chiesto anche dalla procura che aveva invocato una condanna a 4 anni di reclusione, l'aggravante della morte come conseguenza dei maltrattamenti, ma ha riconosciuto l'aggravante dell'aver commesso il fatto in presenza di minori.

L'imputata è stata condannata anche a risarcire i genitori della vittima (suoi ex suoceri), costituiti parte civile con gli avvocati Giovanni Ladisi e Fabio Bagnulo, con provvisionali di 30mila euro ciascuno e altri 40mila euro per la figlia minorenne. La difesa della 30enne, rappresentata dall'avvocato Lorenzo Vendola, annuncia appello.

La donna e suo marito si erano conosciuti a Sharm el Sheikh, si erano sposati nel 2019 a Il Cairo e si erano poi trasferiti in Puglia. I maltrattamenti sarebbero iniziati nel 2021, dopo la nascita della figlia. La donna, come si legge nel capo d'imputazione, avrebbe chiesto al marito soldi, una casa più grande, il trasferimento a Bari dalla città di provincia dove abitavano e l'avrebbe minacciato ripetutamente di scappare in Egitto con la figlia e di non fargliela più vedere. Lo avrebbe insultato via messaggi e avrebbe trascorso periodi sempre più lunghi all'estero. In questo modo, secondo l'accusa, avrebbe causato all'uomo "uno stato di profonda prostrazione psichica e di terrore di non poter più vedere la figlia minore".

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