Un gesto comune come lasciare lo scontrino al bancomat può trasformarsi in un grave rischio per il conto corrente. Le nuove tecniche dei truffatori e i consigli della Polizia Postale per difendersi
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Sempre più italiani sottovalutano il valore degli scontrini bancomat abbandonati vicino agli sportelli ATM. Eppure, per i truffatori, quei fogli apparentemente innocui sono diventati strumenti per accedere ai dati bancari delle vittime. L'allarme arriva dalle forze dell'ordine, che descrivono uno scenario in evoluzione: bastano pochi secondi per trasformare un'operazione di prelievo in un'occasione per frodare ignari correntisti. Il fenomeno è in crescita e si inserisce in una serie di raggiri sempre più sofisticati, in cui ingegneria sociale e tecniche digitali si combinano per colpire chi è meno attento. La Polizia Postale invita alla prudenza e diffonde consigli pratici per evitare di cadere in trappola.
La truffa ha una dinamica semplice quanto efficace: i criminali si appostano nei pressi degli sportelli automatici, attendendo che qualche utente, dopo un prelievo o un pagamento, dimentichi lo scontrino nel cestino o sul pavimento. Quel foglio contiene più informazioni di quanto si pensi: numero parziale della carta, saldo residuo, codice identificativo del terminale e, in alcuni casi, dettagli aggiuntivi legati all'operazione effettuata.
Una volta recuperato lo scontrino, i truffatori agiscono in due modi. Il primo è diretto: abbinano i dati dello scontrino ad altre informazioni già in loro possesso, cercando di ricostruire l'identità del titolare e ottenere accesso al conto. Il secondo metodo è indiretto e sfrutta tecniche di social engineering: fingendosi operatori della banca, contattano la vittima e, con una scusa plausibile, chiedono conferma di alcune informazioni "per sicurezza". In questo modo, raccolgono ulteriori dati sensibili da usare per frodi successive.
Il recupero dello scontrino può rappresentare solo il primo passo di un'azione più articolata. In alcuni casi, viene utilizzato per lanciare campagne di phishing personalizzate: conoscendo il nome della banca e la cifra esatta presente sul conto, i truffatori inviano e-mail o sms contraffatti, spacciandosi per l'istituto di credito e chiedendo l'accesso al conto per "bloccare un tentativo di accesso non autorizzato".
In altri scenari, i dati vengono rivenduti nel dark web o sfruttati per clonare carte di pagamento, effettuare acquisti fraudolenti o iscriversi a servizi online a nome della vittima. Alcune tecniche più recenti prevedono la creazione di profili digitali falsi che, partendo proprio dai dati ottenuti con lo scontrino, consentono l'accesso a servizi di credito, finanziamenti o piattaforme di trading. L'effetto domino può essere devastante: da un semplice pezzo di carta può nascere un furto d'identità completo, con conseguenze legali, economiche e psicologiche per la vittima.
Di fronte a questi rischi, la Polizia Postale ha diffuso una serie di raccomandazioni per proteggersi. Prima fra tutte: non lasciare mai lo scontrino al bancomat. Anche se apparentemente privo di valore, può essere sfruttato da malintenzionati. È preferibile distruggerlo o conservarlo in luogo sicuro. Altri consigli includono:
In caso di dubbi, rivolgersi direttamente agli sportelli o ai numeri ufficiali dell'istituto di credito, evitando di cliccare su link ricevuti via messaggio.
Se si sospetta di essere caduti vittima della truffa dello scontrino, è fondamentale agire con rapidità. Il primo passo è bloccare immediatamente la carta coinvolta, tramite i numeri di emergenza messi a disposizione dagli istituti bancari o dal circuito di pagamento. Contemporaneamente, è opportuno:
Le istituzioni, inclusa la Banca d'Italia, invitano i cittadini a non sottovalutare alcun segnale di potenziale frode e a mantenere alta l'attenzione, anche nei gesti più quotidiani.