Oggi atteso l'esito dell'autopsia
Toccherà all'autopsia chiarire i pochi dubbi che ancora rimangono sulla morte di Elisa Benedetti, 25 anni di Città di Castello, ritrovata senza vita a Civitella Benazzone. Intanto gli inquirenti hanno ascoltato il fidanzato della vittima, la cui posizione è stata chiarita dopo il giallo sul bancomat utilizzato dopo la morte della ragazza, e l'amica di Elisa, Vanessa. Sembra che alcune affermazioni della giovane non trovano ancora riscontro.
Giornale Umbria: "Elisa cercava qualcuno"
"Mi aspetta Matteo". Sarebbe stato con una persona con questo nome che Elisa Benedetti avrebbe avuto un appuntamento la sera della sua scomparsa. Ad indicarlo è il "Giornale dell'Umbria", riferendo una testimonianza. Sarebbe stato proprio quando la vettura con a bordo la ragazza e con la sua amica Vanessa ha avuto un piccolo incidente, scrive il quotidiano, che Elisa avrebbe fatto riferimento alla necessità di andare a Ponte Pattoli per incontrare "Matteo", che la stava aspettando, ma senza specificare il motivo dell'appuntamento.
Interrogata l'amica Vanessa
Gli inquirenti perugini hanno voluto riascoltare Vanessa Coltrioli, l'amica che sabato sera era con Elisa Benedetti prima che questa finisse in una strada di campagna, dove poi è morta. In particolare, si vuole verificare alcune sue affermazioni, che sarebbero state smentite dai due ragazzi tunisini con cui le ragazze si erano fermate al bar a Ponte Rio. Agli investigatori Vanessa aveva infatti raccontato che lei ed Elisa stavano andando a casa dopo aver bevuto, perché erano stanche. Ma uno dei due ragazzi tunisini, Ahmed, ha messo a verbale che a loro avevano invece detto che sarebbero andate in discoteca, al Red Zone, il locale che si trova ad un chilometro da dove poi Elisa è morta. Il tunisino avrebbe anche detto di aver provato a contattarle subito dopo aver lasciato il bar, ma di non esserci riuscito.
Sentito dai carabinieri il fidanzato brasiliano
Nel pomeriggio i carabinieri di Firenze hanno ascoltato Alex Pieraccini, il fidanzato di Elisa Benedetti, che si era presentato in un istituto di credito di Firenze con la carta di credito della ragazza morta a Perugia. Dopo aver accertato che il conto era cointestato, gli inquirenti lo hanno ascoltato e subito dopo lo hanno lasciato andare.
Il giallo dei due cellulari scomparsi
Si concentrano anche su due telefonini che mancano all'appello le indagini per capire cosa sia successo a Elisa Benedetti. Non si trovano, infatti, i due cellulari con cui ha chiamato prima il 112 e poi il 118, chiedendo aiuto perché era rimasta impantanata con l'auto e non riusciva più a tornare sulla strada. E' quanto emerge dagli atti dell'inchiesta sulla morte della ragazza di Città di Castello.
Non è chiaro, secondo gli inquirenti, che fine abbiano fatto i due apparecchi, ma l'ipotesi più probabile è che la ragazza potrebbe averli persi mentre camminava nella boscaglia cercando una via d'uscita. Possibile anche se siano finiti nel fiume vicino al luogo della scomparsa. Non è esluso, però, che qualcuno li abbia presi, magari per evitare che una volta ritrovato il corpo di Elisa si potesse anche capire con chi avesse parlato prima di morire. Fatto certo è che dei quattro telefoni in possesso delle ragazze ne mancano due e sono quelli con cui Elisa ha chiesto aiuto.
E sarà l'analisi dei tabulati a fornire la risposta (la procura ha chiesto quelli di una decina di telefoni, tra cui i quattro che avevano le ragazze, quelli dei due ragazzi incontrati al bar della stazione di servizio e del fidanzato di Elisa). Da chiarire anche se Elisa comprò e utilizzò della droga la notte della sua morte: l'amica che era con lei avrebbe ammesso agli inquirenti il consumo di sostanze stupefacenti.