Dopo oltre duemila anni, la storia si ripete a Pompei per quello considerato il mestiere più antico del mondo. Nella colonia romana, famosa nell'antichità anche per i suoi postriboli e lupanari, e frequentata oggi da oltre otto milioni di turisti l'anno, le prostitute sono tornate ad esercitare la loro attività. Ironia della sorte, proprio vicino a quelle strade dove le loro antenate accoglievano i vogliosi clienti, prima dell'eruzione del Vesuvio.
Come riporta il quotidiano La Stampa, è facile imbattersi in queste ragazze, nella zona di Villa dei Misteri, oppure nell'alberata via Plinio fino ad arrivare alla soglia di via Roma che divide la Pompei moderna da quella antica. Le prostitute di oggi non ricevono più nei loro postriboli autorizzati come un tempo. Si confondono invece tra la folla, tra i turisti, e adescano i clienti con occhiate ammalianti e ammiccamenti vari. Poi si trasferiscono con loro tra le mura di qualche albergo o bed & breakfast compiacente.
Il tutto si consuma a pochi passo dalla cupola del Santuario della Beata Vergine del Rosario, dove ogni anno vi giungono in preghiera fedeli da ogni parte del mondo. L'arcivescovo Carlo Liberati ha già denunciato la situazione, sottolineando come Pompei sia diventata "preda di una degenerazione che non conosce limiti". Lo stesso ha fatto il sindaco Claudio D'Alessio che ha firmato un'ordinanza anti-prostituzione. Ma se nei secoli la storia non è cambiata, trovare oggi la soluzione è quasi un'utopia.