Arriva il decreto atteso dai genitori della piccola Sofia e da altri bambini nelle sue condizioni. Il ministro Balduzzi: "Le terapie avviate non devono essere interrotte"
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La piccola Sofia, di Firenze, affetta da una grave malattia degenerativa, potrà continuare le terapie con cellule staminali già avviate, secondo il protocollo della fondazione Stamina, agli Spedali Civili di Brescia. La possibilità le viene data grazie a un decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, che concede eccezionalmente la prosecuzione di trattamenti di questo tipo "non conformi alla normativa", ma solo per i pazienti già in cura.
Balduzzi: "Cure avviate non vanno interrotte" - La norma, spiega il ministro della Salute, Renato Balduzzi, "si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto". Il decreto stabilisce che "tutti i pazienti che hanno iniziato la terapia con le staminali preparate con metodo Stamina potranno portare a termine i loro protocolli anche se il laboratorio di riferimento (in questo caso quello degli Spedali Civili di Brescia) non è autorizzato". Rientrano fra i trattamenti "avviati" anche quelli per i quali sono stati compiuti atti preparatori (il prelievo di cellule dal paziente o da donatore destinate all'uso terapeutico) e quelli già ordinati dall'autorità giudiziaria. "Per tutti questi trattamenti terapeutici - specifica Balduzzi - ci sarà un'attenta valutazione degli esiti, con l'acquisizione di tutti i dati clinici dei pazienti sottoposti al trattamento".
Solo in ospedali pubblici o strutture a carattere scientifico - Il decreto legge prevede anche che d'ora in poi tutti i "medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva", come i trattamenti con le staminali, possano essere utilizzati esclusivamente in un ospedale pubblico, clinica universitaria o istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Nei prossimi giorni sarà emanato un regolamento ministeriale che fisserà "regole più precise per garantire la sicurezza dei pazienti" e "una precisa procedura di valutazione degli esiti dell'impiego di queste terapie".
La madre di Sofia: "Speriamo che il decreto tuteli tutti" - E' cauta Caterina Ceccuti, mamma di Sofia. Come primo commento dichiara di aspettare a leggere il testo per capirne nel dettaglio il contenuto. Ma auspica che "ci sia nel decreto una forma di tutela per tutti i pazienti, almeno in prospettiva, sia per quelli che hanno già cominciato la cura, sia per quelli che la devono ancora iniziare".
La vicenda della piccola Sofia - Sofia, tre anni e mezzo, è affetta da leucodistrofia metacromatica, una grave malattia degenerativa comparsa quando aveva un anno e mezzo. A dicembre, negli Spedali Civili di Brescia ha ricevuto la prima iniezione di cellule staminali, prelevate dalla madre e trattate con il controverso metodo del professor Davide Vannoni. Le cure, che prevedono 5 infusioni, erano state bloccate dopo la prima infusione dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ma adesso un intervento del ministro Balduzzi ha riaperto la partita.