Per anni avrebbero gestito un giro di prestiti con tassi altissimi che ha coinvolto decine di imprenditori e commercianti tra Palermo e di Trapani
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Con l'accusa di usura, la guardia di finanza ha arrestato due palermitani, che per anni avrebbero gestito un vastissimo giro di prestiti con tassi altissimi che ha coinvolto decine di imprenditori e commercianti tra Palermo e di Trapani. I prestiti erano concessi a tassi di interesse esorbitanti, tra il 120% ed il 300% annuo. Scoperto e sequestrato un patrimonio, accumulato con i proventi dell'usura, per un valore di circa 20 milioni di euro.
A nulla - spiegano le Fiamme Gialle - è servito l'espediente di uno degli indagati di disfarsi formalmente dell'immenso patrimonio personale, trasferendolo ai figli: le indagini economico-patrimoniali condotte dalla Gdf, hanno dimostrato come l'unica fonte di ricchezza che aveva permesso di realizzare tutti gli investimenti patrimoniali, fosse, di fatto, costituita esclusivamente dalla redditizia attività usuraria.
Uno degli arrestati negli ultimi venti anni aveva dichiarato redditi ai limiti della sussistenza e persino perdite derivanti da un'attività di commercio di ceramiche, risultata poi essere inattiva da diversi anni.
Gli investigatori hanno quindi seguito gli arrestati per mesi, monitorando i loro spostamenti ed i loro quotidiani contatti con le vittime, e hanno esaminato la notevole mole di documentazione che ha permesso di ricostruire il vorticoso "giro di affari".