L'intervista alla donna che lancia un appello per tenere viva l'attenzione sulla piccola scomparsa a Firenze due anni fa
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Dopo due anni continuano gli appelli della mamma di Kata, la bimba peruviana di 5 anni scomparsa due anni fa dall'ex Hotel Astor, a Firenze, dove abitava con la famiglia. La struttura era occupata e per la donna, Katherine Alvarez, qualcuno sa e ha visto e per questo chiede di parlare e dire la verità, anche in forma anonima. "Approfitto di questa vostra intervista per fare un appello - afferma ai giornalisti de Il Tirreno -. Voglio parlare a tutte le persone che abitavano all'ex Hotel Astor invitandole a mettersi la mano sul cuore e a dire la verità anche in forma anonima. Voglio sapere la verità. Se ho fatto qualcosa di sbagliato, chiedo perdono. Io voglio solo riabbracciare mia figlia"
"Credo che sia ancora viva e mi auguro che stia bene. Voglio fare un appello anche alle istituzioni affinché parlino di questa situazione e mantengano l’attenzione su Kataleya - osserva -. Questa storia, come tutte le altre di bambini scomparsi, non deve essere dimenticata. Si deve tenere accesa la speranza. Credo fortemente che, in qualsiasi momento, possa venire fuori la verità e voglio che anche le istituzioni abbraccino questo mio pensiero. Fino a quando non ci sarà prova contraria continuerò a lottare. Questa storia, come tutte le altre di bambini scomparsi, non deve essere dimenticata".
"Dal giorno della scomparsa di Kataleya per me tutti i giorni sono duri. Sicuramente è stato particolarmente doloroso il settimo compleanno di mia figlia, essendo il secondo senza di lei. In quei momenti mi sono sentita sconfitta, senza speranza", sottolinea la donna che ha dovuto affrontare diverse difficoltà anche con l'altro figlio. "La scomparsa di Kata è stata dolorosa per tutti", spiega.
La donna spera ancora di poter rivedere la figlia e continua a lottare per mantenere vivi il ricordo e l'attenzione. L'ultima volta che l'ha vista, rammenta, è stato quel drammatico "giorno, era il giugno. Mentre mi stavo cambiando, lei dormiva. Prima che uscissi si era svegliata dandomi un abbraccio dicendomi: 'Mamma non andare, vieni con me, rimani con me'. In quel momento mi ha dato l’ultimo abbraccio. L’ultima frase che mi ha detto è stata: 'Ti voglio bene'".