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Ai domiciliari riesce ancora a evadere il Fisco, arrestato imprenditore a Lecco

Antonio Giuseppe Baldan per sfuggire alle tasse avrebbe creato società estere nel Regno Unito, Olanda, Svizzera e Germania. Intercettato, si vantò di non aver subito "nessun sequestro"

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Era già in detenzione domiciliare per una condanna definitiva per reati tributari, ma sarebbe riuscito a impartire quotidianamente disposizioni per evadere il Fisco con fatture false. E con quei soldi avrebbe comprato un taxi veneziano, una moto, e pagato trattamenti estetici per l'ex moglie e viaggi per i figli. Antonio Giuseppe Baldan, di Baldan Group, è stato nuovamente arrestato dalla Gdf di Lecco

L'inchiesta avrebbe accertato come due società di Baldan Group, attive nel settore della vendita di macchinari per l'estetica e per le quali la Procura di Milano aveva già avanzato richiesta di fallimento, operassero sul mercato attraverso la sistematica omissione di ogni adempimento fiscale che ha costituito per anni una forma di auto finanziamento. A riprova, secondo le accuse, ci sarebbe "la totale assenza, alla data della richiesta di fallimento, di debiti verso istituti di credito".

 

I presunti illeciti, inizialmente con una società sino al 2013, successivamente sono proseguiti sotto una nuova veste giuridica in cui venivano contestualmente trasferiti tutti gli asset attivi, nonché i dipendenti della prima società, ormai gravata da debiti fiscali per oltre 12 milioni di euro.

 

 

Baldan e gli altri, tutti amministratori di fatto o di diritto delle società, inoltre, per sottrarre a tassazione i proventi dell'impresa avrebbero creato società estere nel Regno Unito, Olanda, Svizzera, Germania, gestite di fatto dalla società italiana. Così, spiegano gli investigatori, si sarebbero poi accumulati debiti col Fisco e previdenziali per oltre 19 milioni. In più, il capitolo della distrazione dei fondi societari per "fini personali", l'annotazione di fatture per operazioni inesistenti, l'utilizzo in compensazione di crediti tributari inesistenti e l'acquisizione di una società di diritto colombiana, un'operazione "priva di ogni ragione economico-imprenditoriale". 

 

Baldan si vantò: "Nessun sequestro"

"Ormai m'hanno condannato, farò la mia condanna eh punto (...) tanto che a un certo punto m'han quasi convinto e versavo, avrò fatto qualche mese 5.000 euro, due o tre mesi, poi ho detto no no c... verso 5.000 a fare dico, tanto che ne verso cinque o mille, bastan 1000". Intercettato a febbraio, Baldan si vantava "di non esser mai stato destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo in relazione "alle numerose condanne per reati tributari". Lo si legge nell'ordinanza firmata dal gip di Milano Carlo Ottone De Marchi. Neppure "le istanze di fallimento avanzate nei confronti delle due società al centro dell'indagine, segnala il gip, "hanno rappresentato un deterrente per Baldan", socio di maggioranza ed amministratore unico dal 1984 al 2013 della 'B&B GROUPS srl' e socio al 10% della B&M srl ed amministratore unico dal 2002 al 2018.

 

Dalle intercettazioni è emerso pure "come gli indagati abbiano falsificato e predisposto a posteriori i contratti del cosiddetto ramo farmacie e stavano facendo lo stesso, predisponendo un contratto retrodatato al 2014, al fine di giustificare l'utilizzo del marchio "Timodella" da parte della B&M srl senza la corresponsione di alcun canone".

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