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Teramo, crolla ponte sul fiume Salinello: tragedia sfiorata | "C'è bisogno di un piano Marshall per le infrastrutture"

Interrotto il collegamento tra i Comuni di Bellante e Sant'Omero: data l'ora, non c'erano auto in transito. Il commento del presidente della Provincia: "Queste infrastrutture vanno abbattute tutte"

Teramo, cede ponte sul fiume: tragedia sfiorata

Non stava transitando nessuno, fortunatamente, intorno alle 23 del 29 dicembre, quando il ponte sul fiume Salinello, lungo la strada provinciale SP12 ha ceduto, tra i comuni di Sant'Omero e Bellante (Teramo).

Potrebbe essere stato il collasso di una trave in cemento armato a determinare il cedimento della struttura, sulla quale era presente segnaletica per la limitazione del carico a 12,5 tonnellate. Sul posto è intervenuto anche il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura per accertarsi direttamente di quanto accaduto. "C'è bisogno di un piano Marshall in Italia per abbatterli e ricostruirli tutti", ha commentato.

 

Teramo, cede ponte sul fiume Salinello: "Grazie a Dio nessun morto" - Sono stati alcuni automobilisti a segnalare il cedimento e a posizionare nastro segnaletico per impedire che altri automobilisti transitassero. Alcuni dipendenti della Provincia di Teramo hanno provveduto a chiudere la strada provinciale mediante il posizionamento di new jersey in cemento. La viabilità è stata deviata su strade alternative.

 

"Ringraziando Dio non c'è nessun morto". Lo ha dichiarato il presidente della Provincia di Teramo Diego Di Bonaventura, sottolineando che "il ponte caduto risale al Dopoguerra, parliamo degli Anni 50 e 60".

 

"Sono ponti - ha aggiunto Di Bonaventura - costruiti in un tempo diverso, con viabilità diversa, passavano camioncini con qualche quintale di peso. Oggi sulle nostre strade passano auto ogni minuto, veicoli industriali ogni minuto e quei ponti avevano un'altra capacità di sopportazione".

 

"C'è bisogno di un piano Marshall per abbatterli e ricostruirli tutti. In questo Paese si è pensato solamente al debito pubblico dimenticandosi che l'Italia ha difficoltà strutturali sulle strade e sui ponti. Dobbiamo recuperare il tempo perso. Tutti i ponti di quell'era lì dovrebbero essere abbattuti e ricostruiti", ha spiegato.

 

 

Gli ultimi interventi sul ponte crollato risalgono al 2018. Si era trattato di un intervento di consolidamento delle fondazioni sulla pila “a sud”, che ricade quindi nel comune di Bellante, con fondi propri della Provincia. "Da un primissimo sopralluogo condotto dagli uffici tecnici, si è potuto riscontrare un cedimento della spalla lato Bellante che sembrerebbe non essere riconducibile al cedimento della fondazione e che, probabilmente, potrebbe essere riconducibile ad un sovraccarico non conforme ai limiti di carico imposti sulla strada", ha riferito il dirigente provinciale dell’area Francesco Ranieri.

 

Sul posto sono prontamente intervenuti i vigili del fuoco e le squadre di primo intervento. "Ho sentito il sottosegretario regionale Umberto D’Annuntiis e gli uffici del Genio Civile. Da un loro primo sopralluogo, si farà subito la messa in sicurezza con lavori per 200mila euro. È già ipotizzabile che sarà necessario l’abbattimento e la ricostruzione per una previsione di spesa di circa 2 milioni di euro", ha aggiunto il presidente della Provincia Di Bonaventura.

 

"L’Italia ultimamente sta dimostrando che, su questi tipi di lavori, anche in meno di un anno si può ridare al territorio un’infrastruttura pronta. Adesso recuperare il tempo perso non sarà semplice ma possiamo e dobbiamo farlo", ha concluso Di Bonaventura.

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