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Bergamo, sequestrati beni per 25 mln di euro a un imprenditore: tra le opere anche il "Bacio" di Hayez

Lʼuomo si fingeva un collezionista. Lʼindagine è partita dalla "voluntary disclosure", lo strumento del fisco per regolarizzare i patrimoni allʼestero

Autoriciclaggio e false attestazioni nell'ambito della "voluntary disclosure", lo strumento del fisco per regolarizzare i patrimoni all'estero: è finito agli arresti domiciliari un imprenditore di opere d'arte di Bergamo, che si fingeva un collezionista durante l'operazione di emersione dei capitali.

La guardia di finanza gli ha sequestrato beni, disponibilità finanziarie e quadri per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro. Tra le tele, diversi Canaletto, Modigliani, Fontana e "Il bacio" di Hayez.

I sospetti degli inquirenti sono sorti quando l'imprenditore, dopo pochi giorni dall'avvio di una verifica fiscale nell'ottobre 2015, aveva deciso di ricorrere alla voluntary per regolarizzare un ingente patrimonio in opere d'arte.

L'indagine, coordinata dalla Procura di Bergamo e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, anche attraverso intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, perquisizioni e assunzione di testimonianze, ha consentito di raccogliere una serie di elementi per ritenere la procedura di emersione viziata da false attestazioni, fattispecie che la legge punisce con la reclusione fino a sei anni.

In base all'ipotesi accusatoria, l'uomo si sarebbe definito un collezionista per versare al fisco un importo ridotto, nascondendo la sua reale posizione di imprenditore nel settore delle opere d'arte, agendo anche attraverso società nazionali ed estere per commercializzare sculture e dipinti d`autore.

L'imprenditore deve anche rispondere del reato di autoriciclaggio, per aver ceduto ad una sua cliente, la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti, parte delle opere, a un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, mettendole a disposizione la provvista necessaria all'acquisto. La condotta incriminata sarebbe avvenuta grazie a una serie di operazioni societarie poste in essere per ostacolare l'identificazione e la provenienza dei preziosi beni.

L'autorità giudiziaria ha così sequestrato i beni oggetto di rimpatrio: 77 pezzi tra i quali dipinti di noti artisti come Hayez, Bruegel, Vanvitelli, Manzoni, Fontana e Boldini, nonché il sequestro per equivalente di ulteriori beni e disponibilità, fino alla concorrenza di 11 milioni di euro, ossia il profitto del reato di autoriciclaggio contestato, motivo per il quale i finanzieri hanno bloccato i conti correnti dell'imprenditore e cautelato ulteriori 200 tra quadri e sculture di autori del calibro di Canaletto, Modigliani, Burri, Arcimboldi, Cerruti, Pomodoro, Baschenis.

L'operazione della guardia di finanza e della Procura di Bergamo giunge a pochi giorni da un altro sequestro di 9 milioni di euro, sempre collegato alle false attestazioni nella procedura di regolarizzazione dei capitali detenuti all'estero.