"Chiedo scusa a chi non ha capito il mio messaggio", afferma dopo le dure parole contro le madri che non si accorgono se i figli si drogano. "Volevo dire loro di uccidersi secondo voi? Intendevo tutto il contrario"
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"In questi giorni ho pensato pure al suicidio". Così Antonio Reppucci dopo la rimozione da prefetto di Perugia in seguito alla frase shock in cui invitava le madri che non si accorgono se i propri figli si drogano a togliersi la vita. Intervistato alla "Zanzara", l'ormai ex prefetto ha spiegato di sentirsi "come uno che sta andando al patibolo, sono diventato una larva umana".
"Aspetto disposizioni da parte del ministro, andrò dove devo andare. Da buon servitore accetto e ubbidisco", ha spiegato. "I giornalisti - ha aggiunto - mi hanno messo in condizioni di pensare al suicidio. Nessuno che abbia il coraggio di andare a vedere chi è questa persona. Non so, un mostro, uno che ha sbagliato ripetutamente, uno che ha rubato, uno che ha ammazzato qualcuno... Si può fare giornalismo in questo modo? La penna fa più male di una fucilata".
Reppucci ha rivelato di essersi "chiuso nella stanza da letto, non reggevo". "Pensavo a me stesso - ha proseguito - e a rendere conto al Padreterno. Se non c'è giustizia ma solo ricerca dello scoop, se il prefetto di Perugia è diventato il caso Italia con tutti i problemi che ci sono. Posso avere avuto una caduta di stile, chiedo scusa se ho offeso qualcuno. Chiedo scusa a quelli che non hanno capito il mio messaggio".
Il prefetto ha quindi sottolineato di avere "la coscienza tranquilla di fronte al Padreterno perché volevo lanciare un messaggio di risveglio, un inno alla vita invece che al suicidio: mamme state attenti ai figli, questo volevo dire". "Sono amareggiato e meravigliato con i giornalisti - ha sottolineato ancora -, nei miei confronti c'è stata macelleria e killeraggio. Volevo dire suicidatevi alle madri secondo voi? Volevo dire tutto il contrario".
"Renzi? Chissà come gli è stata rappresentata questa storia", ha aggiunto. "Chi ha visto integralmente il mio intervento - ha sottolineato - sa che volevo difendere Perugia, l'onorabilità della città che è rappresentata come capitale della droga e non è vero. E poi dire: care mamme se c'è tanto spaccio e consumo stiamo attenti: guardiamo i nostri figli in fondo agli occhi, un discorso di carattere sociologico".