Il funzionario aveva sostenuto che "se una mamma non si accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare". A nulla sono valse le giustificazioni del prefetto: il ministro ha deciso che "non può restare lì né altrove"
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"Se una mamma non si accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare". Parole durissime che si possono ascoltare nel video di Umbria24 e che sono costate il posto al prefetto di Perugia, Antonio Reppucci. Dichiarazioni hanno sollevato non poche polemiche e che, giunte fino ai palazzi del governo, hanno suscitato la reazione del premier, Matteo Renzi, e del ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Quest'ultimo ha annunciato che rimuoverà il prefetto.
L'intervento del ministro dell'Interno è giunto dopo la richiesta di informazioni giuntagli da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che secondo fonti di Palazzo Chigi era furente per le dichiarazioni del funzionario. E poco dopo è arrivata la reazione del leader di Ncd: "Ho sentito le dichiarazioni del prefetto di Perugia - ha spiegato Alfano -. Sono gravi e inaccettabili. Non può restare lì né altrove. Assumerò immediati provvedimenti".
Subito dopo, via Twitter, è giunto anche il commento di Renzi: "Le frasi del prefetto di Perugia sono inaccettabili, specie per un servitore dello Stato. Sono grato al ministro Alfano per l'intervento".
Due giorni fa il prefetto, in un incontro con la stampa convocato per smentire che Perugia sia una sorta di centrale dello spaccio di droga, aveva tra l'altro detto di sperare "che i padri taglino le teste ai figli che assumono stupefacenti" e che "il cancro è lì nelle famiglie, se la mamma non si accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare".
Venerdì, dopo che il procuratore della Repubblica di Perugia si era pubblicamente dissociato da quelle frasi, il prefetto ha sostenuto che la sua era stata "solo una provocazione. Volevo dire che la famiglia deve fare di più". "E' stato un gigantesco fraintendimento - ha sottolineato - del senso che volevo dare alle parole. Nessuno vuole il suicidio di nessuno. Volevo solo scuotere. Ho voluto invitare a difendere Perugia. A fare gioco di squadra tutti insieme, con magistratura e forze di polizia che fanno già un lavoro egregio. A loro si devono unire però anche le forze della società civile, compresa la famiglia. Bisogna fare attenzione ai rapporti con i figli per non sentire dopo il peso di un fallimento". Spiegazioni che, però, a quanto pare non sono bastate a salvargli il posto.