I dispositivi sono al momento custoditi dalla Segretaria di Stato, ma è probabile che a decidere, se farne dei cimeli da conservare o da distruggere, sarà il futuro Pontefice
di Paolo ScarlataChe Papa Francesco si destreggiasse al meglio tra smartphone, tablet, video chiamate, chat e messaggi audio lo sappiamo un po' tutti. Nota per grandi linee anche la sua eredità spirituale, viceversa poco o nulla trapela sulle intenzioni relative ai suoi dispositivi tecnologici. Cosa ne sarà del telefono, del tablet e del pc e dei relativi contenuti? Dilemma mai presentatosi con i predecessori. Del resto i decenni di Papa Giovanni Paolo II erano gli albori del web, mentre Benedetto XVI con un telefonino non si è mai visto. Poi l'arrivo di Papa Bergoglio, con il web e la tecnologia a irrompere sul millenario soglio di Pietro.
I dispositivi di Francesco sono al momento custoditi dalla Segretaria di Stato, ma è probabile che a decidere, se farne dei cimeli da conservare o da distruggere, sarà il futuro Pontefice. In analogia che fine faranno le chat e le mail, e i contenuti che il Papa era solito salvare su un cloud? Non ha lasciato nessuna disposizione in proposito. Viene da pensare che non fosse tra gli strenui difensori della privacy. Almeno la propria.