Il caso

Omicidio Crox, "nessuno stato di incoscienza per i condannati ma esaltazione adrenalinica"

Secondo i giudici del tribunale per i minorenni dell'Aquila - che hanno confermato le aggravanti della premeditazione e della crudeltà - quel giorno i due erano perfettamente capaci di intendere e di volere

di Michela Pagano
07 Giu 2025 - 12:47
01:21 

Ucciso brutalmente per un piccolo debito di droga. Per pochi euro non pagati i suoi assassini si sono accaniti su di lui. Accoltellato in varie parti del corpo e abbandonato tra i cespugli incolti del parco Baden Powell di Pescara. Lo scorso 23 giugno Christopher Thomas Luciani, soprannominato dagli amici Crox, è stato ucciso a soli 16 anni da due coetanei, condannati in primo grado a 19 e 16 anni di carcere.

Secondo i giudici del tribunale per i minorenni dell'Aquila - che hanno confermato le aggravanti della premeditazione e della crudeltà - quel giorno i due erano perfettamente capaci di intendere e di volere. Prima hanno attirato Christopher Thomas in una zona appartata del parco cittadino, dopo averlo incontrato in stazione, poi a turno lo hanno colpito 25 volte con un coltello da sub e infine hanno infierito sul corpo ormai esanime, tirandogli un calcio in faccia.

Nessuno stato di incoscienza il loro, ma anzi "di esaltazione adrenalinica", scrivono i giudici. Una lucidità nelle azioni dimostrata anche dopo l'omicidio, quando uno dei due si cambia i vestiti sporchi di sangue e insieme all'amico assassino raggiungono la spiaggia. Così mentre Christopher Thomas era morto, abbandonato tra le sterpaglie, loro scattavano selfie.

Tutti sapevano. Al mare i due si liberano dell'arma e raccontano agli amici cosa è successo. Uno di loro farà ritrovare il corpo di Crox.

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