Contestate le aggravanti della premeditazione e della crudeltà
di Massimiliano Di DioStefano Argentino, nella sua mente, aveva maturato il proposito di uccidere Sara Campanella sin dall'ottobre del 2024. Quasi sei mesi prima di accoltellare la 22enne, collega universitaria, all'uscita dal policlinico di Messina. Per carabinieri e procura non ci sono dubbi. Era già tutto scritto nel cellulare, nel computer del giovane giunto armato poi il 31 marzo scorso quando, dopo una lezione, solo perché Sara aveva rifiutato il suo invito a uscire e non gli aveva risposto a un messaggio, le ha tolto la vita. Da qui l'aggravante della premeditazione, contestata con la crudeltà e i motivi abbietti e futili nel decreto che dispone il giudizio immediato per argentino. Prima udienza: il 10 settembre.