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Sicilia, stop informatico nel giorno del voto per una questione di debiti

La Regione deve 100 milioni a un server. Il socio privato ha deciso di bloccare il servizio per alcune ore

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Disagi in Sicilia per il "tilt" informatico per un contenzioso tra la Regione e l'ex socio privato, che continua a gestire in Val d'Aosta il server contenente i dati informatici pubblici. Il privato ha infatti staccato i collegamenti poco prima della mezzanotte, momento in cui scadeva l'ultimatum dato per pagare i debiti, che ammontano a circa 100 milioni. Fortemente rallentate dunque anche le operazioni di spoglio elettorale. Il server è stato poi ripristinato.

La scelta di staccare la spina ai flussi informatici ha provocando notevoli problemi alla Regione sotto diversi aspetti: il più serio il blackout del centro di prenotazione di visite ed esami negli ospedali dell'isola. Al buio il sito del servizio elettorale impegnato nella raccolta dei dati per i ballottaggi e quello dell'intera Regione siciliana. Ma a rischio c'è anche il servizio pubblico del 118: un semplice guasto al sistema manderebbe tutto in tilt.

A spiegare quanto accaduto è l'ex pm Antonio Ingroia, che guida Sicilia e-Servizi, la società controllata dalla Regione, che si occupa degli aspetti informatici collegandosi al server della Valle d'Aosta gestito dagli ex soci privati. "Lo scorso aprile la Regione e gli ex soci avevano trovato un accordo sul pagamento del servizio che i privati continuano in parte a gestire, dopo aver ceduto la loro quota in Sicilia e-Servizi, controllando il server - dice Ingroia - Secondo i privati la Regione non avrebbe rispettato quell'accordo e qualche giorno fa gli ex soci avevano inviato una lettera dando come ultimatum la mezzanotte di domenica. So che la Regione attorno alle 23.45 ha risposto ma evidentemente i privati hanno anticipato i tempi, staccando i collegamenti intorno alle 22".

Nonostante l'uscita da Sicilia e-servizi, gli ex soci privati, Engineering e Accenture, hanno continuato a mantenere la proprietà del server, che si trova in Valle d'Aosta, mentre il contenuto informatico è di proprietà della Regione siciliana.

Tra le parti però, da tempo, è aperto un contenzioso, con gli ex soci che pretendono dall'amministrazione il pagamento di crediti per circa 100 milioni di euro. "Sicilia e-Servizi, tra l'altro, solo una settimana fa, sebbene lo avessimo chiesto da un anno, - aggiunge Ingroia - ha ottenuto dalla Regione il centro-dati che ci consentirà di riversare i flussi contenuti nel server in Val d'Aosta".

Ingroia: irresponsabile stop server informatico - "Il distacco dei server dell'ex socio privato per far saltare il sistema informatico dei siciliani è un atto di forza inaccettabile e irresponsabile. Inaccettabile perché finalizzato ad ottenere dalla Regione il pagamento di un credito vantato dall'ex socio privato da fare valere nelle sedi giudiziarie (e finora in sede giudiziaria l'ex socio ha sempre avuto torto) e non dandosi ragione con l'utilizzo di sistemi ritorsivi e ricattatori".

Per Ingroia "quel che è irresponsabile è il metodo scelto dall'ex socio privato che vuole far pagare il contenzioso direttamente ai cittadini siciliani ed ai più vulnerabili". "E' grave ed irresponsabile l'atto di chi cerca di realizzare un profitto privato mettendo sotto pressione e ricatto la società nel suo insieme - sostiene l'ex pm - i cittadini della Sicilia nei suoi diritti fondamentali come il diritto alla salute, visti gli scompensi che si sono gia' registrati sui CUP sanitari, ed il diritto di elettorato, viste le gravi conseguenze sulle operazioni di spoglio dei ballottaggi delle elezioni amministrative. Ed è vergognoso che per un profitto privato si metta a rischio la salute dei siciliani".

"Mi chiedo inoltre se il momento scelto per il distacco non sia stato cercato ad hoc, proprio nel momento in cui alle prefetture affluiscono i dati elettorali".