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Scontro fra treni in Puglia, primi nomi nel registro degli indagati

Per i cinque magistrati che stanno indagando sul terribile incidente ferroviario che ha causato la morte di 23 persone "si tratta di un errore umano". Inchiesta suddivisa in tre filoni

Primi indagati nell'inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo sul terribile incidente ferroviario in Puglia.

Si tratta dei capistazione di Andria e Corato, sospesi da Ferrotramviaria. La Procura di Trani ha accertato: "E' stato un errore umano: il treno partito da Andria che, dopo circa dieci minuti, si è scontrato con quello proveniente da Corato, non sarebbe dovuto partire". Le 23 vittime sono state identificate.

I tre filoni d'indagine - Documenti e immagini sono stati acquisiti dalla Procura di Trani per far luce sul disastro ferroviario avvenuto martedì. La maggior parte degli atti è stata acquisita negli uffici della Ferrotramviaria, la società privata che gestisce la linea ferroviaria. L'inchiesta, affidata a 5 magistrati, è stata divisa in tre filoni investigativi: uno sulla dinamica, uno su sicurezza e controlli e uno sull'appalto per il raddoppio dei binari e sui fondi europei stanziati.

L'errore umano - E' ovvio che i primi accertamenti riguarderanno proprio le responsabilità dei capistazione V.P e A.P e gli eventuali loro collaboratori per accertare chi ha sbagliato nel dare il segnale di partenza. Senza dimenticare che la catena di controllo prevede un ruolo "attivo" anche per i capitreno a bordo dei convogli: uno dei due, Albino Di Nicolo, è però morto nello schianto; l'altro, Nicola Lorizzo, è ricoverato in ospedale.

Le immagini di videosorveglianza e le scatole nere - E' questo il motivo per cui gli investigatori della Polfer, dopo aver recuperato nella serata di mercoledì le scatole nere, hanno proceduto a sequestrare una serie di documenti che serviranno proprio a chiarire i ruoli di ciascuno: i brogliacci di movimento dei treni, le immagini delle telecamere delle stazioni di Andria e Corato e del sistema di videosorveglianza installato su almeno uno dei due convogli, le conversazioni telefoniche tra i due capistazione, trascritte in un fonogramma. 

Il treno da Andria non doveva partire - Dopo la partenza del treno da Andria non si sono registrate scene di disperazione o attività particolari: significa che nessuno dei due capistazione si è accorto di aver commesso un errore. Inoltre, il macchinista del treno proveniente da Andria non poteva far altro che partire: oltre all'ok del capostazione, aveva anche il segnale di via libera sulla linea. Gli investigatori, guidati dal procuratore facente funzioni Francesco Giannella, hanno inoltre verificato che erano due i treni delle Ferrovie del nord barese provenienti da Corato e diretti verso nord e che uno di questi viaggiava in ritardo: potrebbe essere stata questa la circostanza che avrebbe indotto il capostazione di Andria a dare il via libera al treno. Un errore che nessuno nega.

Ferrotramviaria ammette: un treno di troppo, ma difende il "consenso telefonico" - Il direttore generale di Ferrotranviaria Massimo Nitti ha ammesso che "quel treno che scendeva da Andria, lì non ci doveva essere". Ma Nitti ha anche difeso il sistema di comunicazione e sicurezza basato su un fonogramma, il cosiddetto "consenso telefonico": "E' una delle modalità di esercizio che viene regolarmente utilizzata nelle ferrovie".

Il ministro Delrio in Parlamento: "Non scaricare le responsabilità" - "In questo giorno di lutto non è il momento di scaricare la responsabilità sugli uni o sugli altri, ma di stringersi tutti insieme e trovare il modo di accelerare sui ritardi accumulati per dare dignità a quello che è un diritto di tutti i cittadini", cioè di spostarsi in sicurezza sui treni. Così il ministro dei Trasporti Graziano Delrio nella sua informativa alla Camera sullo scontro tra treni in Puglia. "La sicurezza della tratta coinvolta dall'incidente è regolata tramite consenso telefonico che lascia interamente all'uomo la gestione ed è tra i sistemi meno evoluti e più a rischio di regolazione della circolazione ferroviaria", ha detto ancora Delrio.

Il M5S attacca: "Governo ha responsabilità politica" - Il portavoce del M5S di Andria alla Camera Giuseppe D'Ambrosio accusa il ministro Delrio: "Il governo ha una responsabilità politica". Nel 2013 D'Ambrosio aveva presentato un'interrogazione sul progetto di raddoppio dei binari della Andria-Corato e sulla situazione dei fondi e della cantierizzazione. "Ma prima Lupi, e poi Delrio non hanno mai risposto".

Tutte le vittime sono state identificate, i funerali sabato - I parenti hanno identificato tutte le 23 vittime del frontale avvenuto martedì mattina. L'ultimo ad essere riconosciuto è stato il 60enne Giovanni Porro, nato ad Andria. Giovedì saranno effettuate le autopsie. Mentre sabato ci saranno i funerali.

Fiaccolata ad Andria e a Corato in ricordo delle vittime - Ad Andria e a Corato, fiaccolata in ricordo delle vittime dello scontro fra i due treni della tratta Bari Nord. Centinaia di persone hanno partecipato infatti alla manifestazione nelle strade del centro dei paesi pugliesi. Molti avevano in mano delle lanterne cinesi che hanno lasciato vibrare in cielo in memoria delle 23 persone decedute nel tragico incidente che ha causato anche 24 feriti. Su Twitter è boom di post con l'hashtag #prayforPuglia.