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Torino, processo Eternit bis interrotto e rinviato alla Corte Costituzionale

Sollevata la questione di costituzionalità. Intanto la Procura si prepara a contestare altri 94 casi di morte da amianto oltre ai 258 trattati finora

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Finisce alla Corte Costituzionale il processo Eternit bis che vede imputato l'imprenditore Stephan Schmidheiny per la morte di 258 ex dipendenti per mesotelioma, il cosiddetto "cancro dell'amianto". Il gup, Federica Bompieri, ha sollevato una questione di costituzionalità. Il processo, dunque, verrà interrotto in attesa di una pronuncia della Consulta.

La questione sollevata dal giudice riguarda il "ne bis in idem", principio in base al quale non si può essere processati due volte per lo stesso fatto. L'imputato, lo svizzero Stephan Schmidheiny, era stato prosciolto per prescrizione da una precedente accusa di disastro ambientale doloso. Qui risponde a titolo di omicidio volontario della morte, provocata da malattie da amianto, di 258 persone.

Difesa di Schmidheiny: "Soddisfatti da decisione giudice" - Siamo soddisfatti dalla decisione del giudice. Il tema del ne bis in idem lo avevamo sollevato noi". Così il professor Astolfo Di Amato, uno dei difensori dell'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny nel processo Eternit. "La decisione del giudice - aggiunge - conferma che questo è il nodo del processo".

Parte civile: "La buffonata è finita" - "Anche per oggi la buffonata è finita". Questo il commento di una delle parti civili del processo Eternit bis, un cittadino di Casale Monferrato che ha perduto la moglie ("E' morta nel 2000 a 43 anni senza avere mai lavorato in fabbrica"). "Adesso - dice - ci vorranno anni soltanto perché possa riprendere l'udienza preliminare. La legge è uguale per tutti, sì, ma per tutti i poveri. Per i signori è diverso".

Da pm Torino nuove accuse per altri 94 morti - A margine dell'udienza preliminare, intanto, si è appreso che la procura di Torino contesterà nel processo Eternit altri 94 casi di morte da amianto. I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace si stanno preparando a contestare i nuovi casi, che si aggiungono ai 258 trattati finora, in modo da formalizzare l'accusa nell'ipotesi in cui la Corte Costituzionale decida che il processo possa riprendere.