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Migranti, il Papa: Dio vuole le nostre mani per soccorrerli

LʼUnhcr: "a ogni imbarcazione con la capacità di effettuare operazioni di salvataggio dovrebbe essere consentito di sbarcare nel posto sicuro più vicino, e la Libia non è sicura"

Migranti, il Papa: Dio vuole le nostre mani per soccorrerli - foto 1
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"Il Signore promette ristoreo e liberazione agli oppressi del mondo, ma ha bisogno di noi per rendere efficace la sua promessa".

Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa per i migranti. "Dio ha bisogno dei nostri occhi per vedere le necessità dei fratelli e delle sorelle - ha aggiunto -. Ha bisogno delle nostre mani per soccorrere. Ha bisogno della nostra voce per denunciare le ingiustizie commesse nel silenzio, talvolta complice, di molti".

Secondo il Pontefice, infatti, "di fronte alle sfide migratorie di oggi l'unica risposta sensata è quella della solidarietà e della misericordia; una riposta che non fa troppi calcoli, ma esige un'equa divisione delle responsabilità, un'onesta e sincera valutazione delle alternative e una gestione oculata". Il Papa ha ricordato le parole di Gesù "misericordia io voglio e non sacrifici", spiegando che "è un'accusa diretta verso l'ipocrisia sterile di chi non vuole sporcarsi le mani: una tentazione ben presente anche ai nostri giorni, che si traduce in una chiusura nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari, invece di ponti".

Intanto, sempre sul tema dei migranti, l'Unhcr ha ribadito che "a ogni imbarcazione con la capacità di effettuare operazioni di salvataggio dovrebbe essere consentito di sbarcare nel posto sicuro più vicino, e per noi in questo momento la Libia non è un porto sicuro di sbarco". Il rappresentante per il sud Europa dell'agenzia Onu, Felipe Camargo, ha sottolineato che è "difficile pensare che la guardia costiera libica possa salvarli tutti". E secondo la portavoce dell'Unhcr Italia, Carlotta Sami, con il blocco delle ong "la capacità di salvataggio è stata drasticamente ridotta e questo sta avendo un impatto in termini di vite umane". Nel solo mese di giugno, secondo l'agenzia, è morta una persona su sette tra chi ha tentato di attraversare il Mediterraneo, contro un rapporto di uno ogni 38 nella prima metà del 2017. Questo ha portato a oltre mille morti da inizio anno, nonostante il calo delle partenze.

Inoltre, secondo il rappresentante dell'Unhcr in Libia Roberto Mignone, i centri di detenzione libici per i migranti "sono già sovraffollati, e l'aumento degli sbarchi peggiora la situazione che rischia di diventare esplosiva". Tuttavia, secondo Camargo, per risolvere la situazione "serve una risposta della comunità internazionale, e non può essere responsabilità solo dell'Italia".