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Tassista violentata, 30enne confessa

Roma, lʼuomo era stato fermato poco dopo la diffusione del suo identikit da parte delle forze dellʼordine

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ansa

Ha confessato il trentenne romano fermato per lo stupro della tassista romana avvenuto venerdì mattina in una strada periferica della Capitale. L'uomo ha fornito agli inquirenti un racconto dettagliato di quanto avvenuto. Nel corso della sua ricostruzione è apparso prostrato ma lucido. Il 30enne, Simone Borgese, era stato fermato dopo che le forze dell'ordine avevano diffuso un suo identikit, realizzato grazie al racconto della vittima.

Tassista violentata, 30enne confessa

Il 30enne riconosciuto da un altro tassista - Il 30enne, ora trasferito in stato di fermo nel carcere di Regina Coeli con l'accusa di violenza sessuale e rapina, è stato identificato grazie a una serie di segnalazioni, tra cui quella di un tassista che lo ha riconosciuto nel cliente che pochi giorni fa aveva accompagno nella stessa zona di Ponte Galeria dove è avvenuto lo stupro e dove vive il nonno di Borgese. Arrivati davanti all'abitazione, l'uomo aveva spiegato al tassista di non avere i soldi per pagare la corsa, ma, a garanzia del futuro pagamento, aveva fornito il numero del suo cellulare.

Numero su cui gli inquirenti hanno fatto verifiche risalendo all'identità di Borgese. E sempre grazie al numero di cellulare e alle celle agganciate, gli investigatori sono riusciti a bloccare nel pomeriggio di domenica il 30enne in zona Pineta Sacchetti, alla periferia di Roma.

Il 30enne: "E' stato un raptus" - A incastrare Borgese, che di lavoro fa il cameriere ed è separato con una figlia di sette anni, anche il riconoscimento fotografico fatto dalla vittima dello stupro. In base a quanto filtra, il responsabile della violenza è apparso prostrato ma non pentito di quanto avvenuto. "La sua - spiegano gli inquirenti - è stata una confessione piena e dettagliata". Borgese avrebbe detto di aver agito in preda "a un raptus".

Lo stupro e la caccia all'uomo - Si chiude, quindi, in poco più di 48 ore, una vera e propria caccia all'uomo iniziata subito dopo la denuncia di stupro da parte della donna. Una drammatica vicenda iniziata venerdì mattina intorno alle 7 nei pressi dell'Hotel Ergife. La donna aveva fatto salire a bordo del taxi Borgese che, dopo una serie di cambi di tragitto, l'ha diretta in una stradina in aperta campagna, nella zona di Ponte Galeria, dove si è consumata la violenza. Al momento di pagare, l'uomo l'ha stordita con un pugno in faccia, ha abusato di lei costringendola ad un rapporto orale e l'ha rapinata di 80 euro di incasso. Poi si è dato alla fuga a piedi. Un fuga terminata nel primo pomeriggio di domenica.