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Dito-smartwatch e occhiali sonori: tecnologia italiana alla conquista della Cina

Get e Horus sembrano prodotti fantascientifici, ma sono già realtà Made in Italy pronte a sbarcare nella Silicon Valley dʼOriente, grazie allʼiniziativa di IngDan e al suo #Roadtosuccess

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Non vengono dal futuro: sono già il presente.

Parliamo di "Get", che trasforma un dito in smartwatch low-cost o di "Horus" che ridà la vista agli ipovedenti grazie ai suoni. Idee impossibili diventati prodotti reali, tutti rigorosamente Made in Italy, e pronti a conquistare la Cina. Sono due dei quattro progetti vincitori, sui venti in gara, selezionati a "#RoadToSuccess", l'evento organizzato nella Capitale da IngDan, la più grande piattaforma web cinese di prodotti del cosiddetto Internet delle cose (IoT), e da Maker Faire Roma.

Dito-smartwatch e occhiali sonori: tecnologia italiana alla conquista della Cina

"Get sembra un semplice braccialetto, ma permette di parlare al telefono semplicemente poggiando un dito sull'orecchio", ha spiegato Edoardo Parini, ideatore, con il fratello Emanuele, dello smartwatch low-cost. A renderlo possibile sono le ossa del corpo: nel braccialetto si nasconde un piccolo altoparlante e le vibrazioni che danno vita al suono si trasmettono quasi perfettamente lungo le ossa della mano fino al timpano.

Altro progetto premiato è Horus, una cuffia con altoparlante e telecamere ideata da Saverio Murgia e capace di trasformare le immagini in voce. Horus è pensato per gli ipovedenti e grazie a un software di analisi è in grado di descrivere gli ambienti e addirittura riconoscere le persone.

Sul podio dei vincitori anche il sistema di sensoristica Iomote e la piattaforma per il controllo di flotte di droni autonomi Archon. Erano venti i migliori progetti italiani in gara e presentati all'ultima Maker Faire Roma. "Questi sono tutti esempi del nuovo Made in Italy, nati da piccole realtà ma già pronti per il mercato", ha spiegato Marco Mistretta, amministratore delegato di IngDan Italia. "Il nostro obiettivo - ha aggiunto - è quello di promuovere questi prodotti e come un ponte aiutarli a entrare sui mercati internazionali, in particolare in Cina nella Shenzhen valley, l'area che ospita la più grande produzione elettronica al mondo".