Il marito accusa i curatori: "Chi arriva non si aspetta un'impressione così forte". In quattro giorni di mostra, sono si sono sentite male 9 persone
Quando al secondo piano della mostra i suoi occhi hanno incrociato il corpo - autentico - di una donna incinta, una 30enne è svenuta. Troppo forte l'impatto visivo. Non solo per lei, ma per altre otto persone che nel giro di quattro giorni, da quando cioè "Real bodies" ha aperto i battenti a Jesolo, si sono sentite male. Tendini, muscoli in tensione, scheletri. Cadaveri plastinati. Un viaggio nel mistero del corpo umano, un'autopsia a cielo aperto che rischia di far dimenticare il suo scopo didattico sotto il peso di un approccio che può impressionare i più sensibili.
Come è accaduto a questa donna di udine che ha perso i sensi mentre scendeva le scale dopo aver visitato la sezione dedicata all'apparato riproduttivo. Un'infermiera l'ha soccorsa fino a farla riprendere, ma il marito è insorto contro gli organizzatori chiedendo di rimuovere alcuni modelli che secondo lui sono impressionanti. In particolare il corpo della donna incinta e i feti disposti in una sezione specifica per far capire come funziona la riproduzione.
Secca la replica di chi ha organizzato l'evento: per volontà di un visitatore non possiamo scontentarne altre migliaia interessati a conoscere il mistero della nascita.