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Treviso, ritirano il figlio da scuola per evitare il coronavirus: "In caso di nuova quarantena, saremmo costretti a chiudere l'attività di famiglia"

Un altro caso in provincia, dove si teme per un congiunto considerato "a rischio". Le famiglie spingono per la didattica a distanza, ma una preside frena: "Possibile solo se lo studente vive una situazione di fragilità"

scuola

Niente ritorno sui banchi di scuola, perché nel caso dovessero contrarre il Coronavirus, obbligherebbe i genitori alla quarantena, con conseguenze troppo gravi per l'attività di famiglia. Accade a Treviso, dove uno studente è stato ritirato da un liceo di Vittorio Veneto. "Non possiamo permetterci che nostra figlia si infetti", racconta la mamma, proprietaria di un centro estetico a Il Gazzettino, "Il Covid ha messo in ginocchio il nostro negozio, non resisteremmo ad un'altra chiusura". 

Non solo la paura per il portafoglio - A spaventare i genitori dei ragazzi che non si siederanno sui banchi del liceo non ci sono solo i problemi economici: come racconta Mariarita Ventura, preside del liceo classico e linguistico Canova, "si è verificato un altro caso nel nostro istituto. Nel nucleo famigliare del ragazzo c'è un elemento fragile e temono un contagio in casa". Nonni, pazienti oncologici o immunodepressi: le persone che convivono con una di queste categorie "a rischio contagio" si stanno orientando sempre di più verso le lezioni da privatista. 

 

Didattica a distanza - Crescono anche le richieste per la didattica a distanza o "dad", nonostante le forti contestazioni ricevute nella parte conclusiva dello scorso anno scolastico. L'opzione però non può essere attivata con una semplice richiesta da parte dei genitori, ma deve essere accompagnata da problemi e motivazioni certificate. "Entrambi i casi", racconta Ventura, "hanno chiesto di poter usufruire della dad. Ma per legge questo è possibile solo se è il ragazzo a trovarsi in condizioni di fragilità". 

 

In Francia già chiuse 22 scuole - Uno scenario di certo non rassicurante arriva dalla Francia, dove 22 istituti e più di 100 classi sono già state chiuse - dopo nemmeno una settimana dalla riapertura, avvenuta martedì scorso - per dei casi di positività al Covid-19. Il ministro dell'Educazione Blanquer ha spiegato che "su 60mila istituti, solo 12 si trovano in Europa mentre 10 sono state chiuse a La Reunion". 

 

 

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