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Treviso, il padre della 22enne uccisa da un ubriaco alla guida: "Mi ha chiamato prima di morire, vivrò con il rimorso"

"Purtroppo, non mi sono accorto che il telefono suonava", aggiunge

Treviso, il padre della 22enne uccisa da un ubriaco alla guida: "Mi ha chiamato prima di morire, vivrò con il rimorso" - foto 1
Ansa

È disperato il padre della 22enne morta a Pieve del Grappa (Treviso) mentre stava rientrando a casa dopo un litigio con il fidanzato.

Alle 3, prima di essere investita e uccisa da un 23enne ubriaco e sotto effetto di stupefacenti, infatti, Miriam Ciobanu aveva chiamato il padre - probabilmente per farsi venire a prendere - ma lui, addormentato, non aveva sentito il telefono. "Mia figlia mi informava di ogni suo spostamento. Purtroppo alle 3 non mi sono accorto che il telefono suonava, vivrò per sempre con questo rimorso", ha spiegato Jon Ciobanu, come riporta La Stampa.

"Non ho sentito lo squillo. Avevo sentito Miriam poco prima di mezzanotte, mi aveva detto che stava uscendo dalla pizzeria e che sarebbe andata a casa di amici, dove avrebbe trascorso la notte. Mi aveva detto che sarebbe tornata il giorno dopo, per l’ora di pranzo", ha aggiunto l'uomo. 

 

 

Il caso - Miriam stava tornando a casa a piedi in piena notte, dopo aver litigato con il fidanzato, quando alle 4.30 del mattino, a Paderno del Grappa (Treviso), è stata travolta e uccisa da una Audi S3 guidata da un suo coetaneo, il 23enne Alessandro Giovanardi. Un impatto violentissimo - l'automobilista avrebbe detto di essersela trovata all'improvviso sulla carreggiata - che non ha lasciato scampo a Ciobanu, studentessa universitaria. Nello schianto, è finita prima sul cofano, poi sul parabrezza, sfondandolo, e venendo catapultata molti metri in avanti. Quando sono arrivati i medici del 118 non hanno potuto che costatarne la morte.

 

Ferito e in stato di shock, il giovane conducente dell'Audi è stato portato in ospedale per le prime cure e gli accertamenti sul suo stato psico-fisico. È risultato positivo all'alcol, con un tasso molto superiore al consentito, e agli stupefacenti. Stava rientrando a casa, a San Zenone (Treviso) dopo aver trascorso la serata a una festa. È stato così arrestato dai carabinieri di Castelfranco Veneto, con l'accusa di omicidio stradale aggravato. Testimoni che abitano vicino al luogo dell'incidente, svegliati dal botto dello schianto, hanno raccontato di aver sentito il pianto dirotto del ragazzo. Al vaglio degli investigatori c'è naturalmente anche la velocità con la cui la potente Audi S3 stava procedendo, in direzione di Paderno.

 

Secondo quanto finora accertato, la ragazza, appassionata di libri e di viaggi, aveva trascorso parte della notte a casa del suo fidanzato. Poi, tra i due sarebbe scoppiato un forte litigio, e così Miriam avrebbe deciso di andarsene, tornando a casa a casa a piedi, lungo la provinciale 20. Nata a Tolmezzo da genitori di origine romena, oggi separati, la giovane viveva con il padre a Fonte, in provincia di Treviso.

 

La madre della ragazza: "Vivere nell'odio non la riporterebbe indietro" - "Perdono chi ha ucciso mia figlia. Vivere nell'odio, covando rancore, non riporterebbe indietro la mia 'tata'. In fondo quel ragazzo la sua vita se l'è già rovinata con le sue stesse mani" è stato il commento di Adriana, la madre della ragazza, sentita dal Corriere della Sera. Intanto, il fidanzato della giovane non si dà pace: "Ho provato in tutti i modi a convincerla a restare. Mi sento come svuotato dentro".

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