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Pieve del Grappa (Treviso), la madre della giovane uccisa da 23enne ubriaco e drogato alla guida: "Lo perdono"

Miriam Ciobanu stava rientrando a casa da sola al buio dopo un litigio con il fidanzato. Che si dispera: "Ho provato in tutti i modi a convincerla a restare. Mi sento svuotato dentro"

Pieve del Grappa (Treviso), la madre della giovane uccisa da 23enne ubriaco e drogato alla guida: "Lo perdono" - foto 1
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A Pieve del Grappa (Treviso), il giorno dopo il terribile incidente costato la vita alla giovane Miriam Ciobanu, è il momento del dolore e delle reazioni.

La 22enne stava rientrando a casa camminando al buio da sola, dopo un litigio con il fidanzato, quando è stata travolta e uccisa da un'auto guidata da un suo coetaneo, Alessandro Giovanardi, 23 anni, che si trovava sotto effetto di alcol e stupefacenti. L'impatto, avvenuto attorno alle 4.30 della notte tra lunedì e martedì, è stato violentissimo e per la ragazza non c'è stato niente da fare. La madre di Miriam, però, non vuole che la sofferenza si trasformi in odio per il 23enne alla guida. "Perdono chi ha ucciso mia figlia", dice al Corriere della Sera. Il fidanzato della giovane non si dà pace: "Ho provato in tutti i modi a convincerla a restare. Mi sento come svuotato dentro". Il padre distrutto: "Mi ha chiamato prima di morire, ma non ho sentito. Vivrò per sempre con questo rimorso".

La ricostruzione - È la notte di Halloween. Miriam Ciobanu, dopo un litigio con il fidanzato, decide di tornare a casa a piedi. Cammina da sola al buio lungo la provinciale che attraversa Paderno, una frazione di Pieve del Grappa, nel Trevigiano. Alessandro Giovanardi rientra verso San Zenone degli Ezzelini, dopo una festa. Come appurato successivamente dai carabinieri, si mette alla guida con un tasso di alcol in corpo a 1,5 (tre volte oltre il limite consentito) e dopo aver assunto stupefacenti. L'impatto è violento, tanto che gli abitanti della zona si svegliano a causa del boato. "È stato come una bomba", testimonieranno successivamente.

 

Il ragazzo alla guida è accusato di omicidio stradale aggravato - Il lato sinistro dell'auto e il parabrezza distrutti, i segni sull'asfalto di una frenata molto lunga, sembrano indicare che l'auto stesse viaggiando ad alta velocità al momento dell'impatto.  Testimoni hanno raccontato di aver visto Giovanardi in lacrime dopo l'accaduto. Rimasto ferito, il giovane operaio è stato arrestato con l'accusa di omicidio stradale aggravato. "Me la sono trovata davanti all'improvviso", ha dichiarato davanti agli inquirenti.

 

Miriam, la chiamata persa al padre in piena notte - Miriam Ciobanu, nata a Tolmezzo da genitori di origine romena, oggi separati, viveva con il padre a Fonte, in provincia di Treviso. Lunedì notte aveva chiamato il genitore alle 3 per farsi venire a prendere ma lui, addormentato, non aveva sentito il telefono. Aveva deciso di cambiare facoltà, passando da psicologia a criminologia. Nel frattempo si dava da fare lavorando in un bar, dove aveva conosciuto il fidanzato diciannovenne. I due stavano insieme da poco più di un mese.

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La disperazione del fidanzato di Miriam: "Mi sento come svuotato dentro" - Non trova pace e si dispera il fidanzato di Miriam. Spiega che avevano trascorso una serata in pizzeria e che la giovane non voleva allontanarsi dalla zona durante la notte di Halloween. "Ci sono in giro troppi ubriachi, non c'è da fidarsi", aveva confidato al ragazzo. Poi, però, i due avevano litigato e la 22enne aveva deciso di andare via. "Ho provato in tutti i modi a convincerla a restare, l'ho pure seguita in auto assieme a mio fratello (il 19enne ha avuto un incidente di recente e quindi non può guidare, ndr) e ho insistito perché tornasse indietro", racconta il fidanzato al Corriere della Sera. "Sperando che nel frattempo si calmasse", lui e il fratello si erano allontanati per andare "a comprare le sigarette". Al loro ritorno, però, Miriam non c'era più. "Ho pensato che si fosse fatta venire a prendere da qualcuno". Solo la mattina dopo, il fidanzato della ragazza ha saputo dal padre di lei cos'era accaduto. E ora denuncia: "Ho ricevuto minacce di morte: c'è chi dà la colpa a me per ciò che è accaduto".

 

La madre della ragazza: "Vivere nell'odio non la riporterebbe indietro" - Adriana, la madre della ragazza, al Corriere della Sera, dice a proposito del 23enne alla guida: "Perdono chi ha ucciso mia figlia. Vivere nell'odio, covando rancore, non riporterebbe indietro la mia 'tata'. In fondo quel ragazzo la sua vita se l'è già rovinata con le sue stesse mani".

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