LA DECISIONE DEL VIMINALE

Terrorismo, espulso marocchino: fondò un centro islamico a Padova

Un altro provvedimento è stato emesso a Siracusa nei confronti di un tunisino di 46 anni per motivi di sicurezza nazionale

04 Gen 2017 - 22:36

Il ministero dell'Interno ha firmato un provvedimento di espulsione nei confronti di un 32enne marocchino residente a Padova e titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo per motivi familiari. E' stato già imbarcato su un volo da Milano: si tratta del primo rimpatrio del 2017. In particolare, l'uomo era all'attenzione degli investigatori perché risultava tra i fondatori di un centro islamico frequentato da soggetti attestati su posizioni salafite/wahabite.

Anche a Siracusa le indagini della polizia di Stato hanno portato a un altro provvedimento di espulsione nei confronti di Jilani Ben Mahmoud, un tunisino di 46 anni, per ragioni di sicurezza nazionale e "pericoloso proselitismo". L'uomo è stato accompagnato nel Cie di Caltanissetta, dove è sorvegliato in attesa che venga rimpatriato. Secondo quanto accertato dalla Digos il 46enne, senza permesso di soggiorno, "farebbe parte di un sodalizio ispirato al radicalismo islamico, di fondata pericolosità".

Stesse motivazioni per il 32enne di Padova, destinatario del provvedimento del ministro dell'Interno, che era titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo per motivi familiari. L'uomo era all'attenzione della Questura veneta perché risultava tra i fondatori di un centro culturale islamico di Padova frequentato da soggetti attestati su posizioni salafite/wahhabite e, secondo l'accusa, faceva propaganda attraverso la diffusione di video e messaggi in lingua araba. É risultato anche essere in contatto con l'Imam della moschea di Schio, già espulso dall'Italia il 30 settembre 2015 con provvedimento del ministro dell'Interno.

Stando a quanto si apprende dal Viminale, dal materiale informatico sequestrato nel corso della perquisizione, sono emersi chiari indicatori della deriva fondamentalista del 32enne - peraltro confermata dall'ex moglie - e del suo interesse a diffondere il credo islamico più oltranzista, con una chiara propensione alla jihad.