Padova, macellaio sparò al ladro: portato in carcere | Il malvivente ha lasciato l'Italia per non scontare la sua condanna
La Cassazione ha rigettato il ricorso di Walter Onichini, che nel luglio del 2013 ferì un albanese che di notte in cortile gli stava rubando l'auto
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Walter Onichini, il macellaio di Legnaro, Padova, che nel luglio del 2013 sparò a un ladro che di notte gli stava rubando l'auto in cortile. Così il macellaio è stato portato in carcere. Il ladro, invece, un albanese di 30 anni, con una condanna per quel furto a 3 anni e 8 mesi, ha lasciato l'Italia. A lui Onichini deve 25mila euro di risarcimento.
La posizione del macellaio - L'accusa per il macellaio è di tentato omicidio, la pena di 4 anni e 11 mesi, così come avevano stabilito i giudici in primo e in secondo grado.
L'avvocato difensore di Onichini, Ernesto de Toni, ritiene che si tratti di una condanna ingiusta soprattutto alla luce del fatto che nel 2019 la legge sulla legittima difesa è cambiata, non ammettendo più la proporzionalità della difesa dall'aggressione. Ma i giudici dell'Appello prima e della Cassazione poi non hanno accolto questo rilievo.
La posizione del ladro - Quel 22 luglio 2013 il ladro, Elson Ndreca, rimase ferito in modo grave. Quel 22 luglio del 2013 si trovava in Italia illegalmente, perché era stato espulso prima dei fatti. Successivamente era venuto a testimoniare in aula, ma poi era uscito subito dal territorio nazionale perché nei suoi confronti non c'era un ordine di arresto. Nel 2019 fu condannato per quel furto a 3 anni e 8 mesi. Oggi, dunque, non è in Italia: ha un ordine di espulsione e non può rientrare. Della pena ricevuta ne ha scontata solo una minima parte. E ora si trova all'estero da uomo libero.
Onichini ha raccolto attorno a sé una nutrita schiera di venetisti e indipendentisti che sostengono la sua causa: è prevista una manifestazione davanti al carcere di Padova.
I fatti - La vicenda risale al 22 luglio del 2013. Era notte quando il macellaio, che si trovava in casa insieme alla moglie e al figlio piccolo, sentì dei rumori provenire dal giardino. Qui trovò dei ladri che gli stavano rubando la sua auto; allora imbracciò il fucile e sparò due volte: il secondo proiettile colpì il ladro al fianco e lo ferì gravemente. Poi lo caricò in auto e lo abbandonò in un campo, dove fu trovato e portato in ospedale.
Stando alla sua difesa, Onichini sparò perché Ndreca lo aveva minacciato con un coltello alla gola.
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