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Maltempo, il Mose salva Venezia dalla marea record

E' stato il primo vero "stress test" per le 78 dighe mobili impegnate in quello che l'Ispra ha valutato come "l'evento tra i più alti della storia"

E' stato il primo vero "stress test" per le 78 dighe mobili del Mose, quello che ha impegnato i tecnici del Consorzio Venezia Nuova, a un anno e mezzo dal primo sollevamento completo, avvenuto a luglio 2020, dopo scandali e polemiche sull'utilità dell'opera.

Alle ore 9:40 di martedì 22 novembre l'acqua alta a Venezia ha raggiunto i 173 centimetri sul medio mare, ed è stata fermata con successo dalle paratoie, che erano state messe in funzione dalle ore due sulle tre bocche di porto. Contemporaneamente, alla Punta della Dogana della Salute, nel centro storico lagunare, sono stati misurati solo 62 centimetri di marea. Senza il Mose l'82% della città storica sarebbe stata allagata. L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra): "Evento tra i più alti della storia".

Il Mose "salva" Venezia dalla grande mareggiata

 

Il Mose "salva" Venezia - Le previsioni per il 22 novembre davano un picco di 170 centimetri, il terzo nella storia dopo le 'acque grande' del 4 novembre 1966 (194) e del 12 novembre 2019 (187). L'altezza d'onda in mare è stata calcolata attorno ai 3 metri, mentre il vento di bora in laguna ha toccato quasi i 53 chilometri orari. In tarda mattinata le dighe alla bocca di porto di Chioggia sono state abbassate per circa due ore, per far defluire verso il mare un po' d'acqua che si era 'accumulata' in laguna. Il sistema è rimasto poi alzato fino all'una di notte, per essere rialzato verso le sei del 23 novembre per le nuove ondate.

 

Dopo il picco-record di oggi permangono le condizioni meteo-marine per altre acque alte molto sostenute, e per questo le dighe resteranno attivate per almeno altri due giorni: il 23 novembre l'Ufficio maree del Comune prevede 145 centimetri alle ore 10:30; stesso livello per le 10:10 di dopodomani.

Venezia e le alte maree: ecco come interviene il Mose

 

"E' andato tutto secondo le procedure - ha commentato il Commissario straordinario al Mose, Elisabetta Spitz -, è stato un test molto importante. Il lavoro fatto in questi anni ha contribuito in maniera determinante a rendere le operazioni di sollevamento sempre più efficienti". Un test probante, dunque, su un livello eccezionale di marea che solo tre anni fa aveva colpito duramente la Serenissima, e che ha rinfocolato le antiche polemiche tra i sostenitori e gli oppositori dell'opera.

 

Il plauso politico - "Il Mose sta fronteggiando la marea più alta da 50 anni (oltre due metri alla Bocca di Porto di Malamocco, ndr) - ha commentato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. - Senza quelle barriere Venezia sarebbe sommersa in maniera catastrofica. Nonostante i 'signor no' quelle barriere stanno salvando un patrimonio dell'umanità".

 

Il sindaco Luigi Brugnaro ha ricordato l'esposizione di uno striscione davanti alla Basilica di San Marco durante una protesta dei "No Mose": "Denigrare è facilissimo - ha affermato, - usiamo la città di Venezia e queste fantastiche scenografie per distruggere il lavoro e la scienza". Anche il presidente del Veneto Luca Zaia ha ricordato che "se non ci fosse il Mose, avremmo già un disastro su Venezia".

 

E il leader di Azione Carlo Calenda si chiede: "Quanti Mose e Tap prima di abbandonare la cultura del No?". La capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Luana Zanella, dal canto suo, ha contestato Salvini perché "non dice quanto e fino a quando il Mose reggerà, viste le previsioni di un aumento del livello dell'Alto Adriatico dai 41 agli oltre 80 cm entro la fine del secolo, e come intende affrontare la salvaguardia complessiva della città e della laguna".

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