Per il cardinale che ha presieduto la Commissione di Studio sul tema si registra "la mancanza di una convergenza"
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Al momento si "esclude la possibilità di procedere nella direzione dell'ammissione delle donne al diaconato inteso come grado del sacramento dell'ordine". Lo si legge nella relazione inviata a Papa Leone XIV dal cardinale Giuseppe Petrocchi, presidente della Commissione di Studio sul Diaconato Femminile, che ha studiato la questione su mandato di Papa Francesco. "Questa valutazione è forte, sebbene essa non permetta ad oggi di formulare un giudizio definitivo", riporta la relazione della Commissione, resa pubblica per volere di Papa Leone.
Per il cardinale che ha presieduto i lavori del gruppo di studio si registra "la mancanza di una convergenza" sul tema e questo "motiva, a mio avviso, il mantenimento di una linea valutativa prudenziale sul tema del diaconato alle donne". "Va anche rilevato che in molte Diocesi del mondo non esiste il ministero del diaconato, e in interi Continenti questa istituzione sacramentale è quasi assente", ricorda Petrocchi nella lettera al Papa.
L'esclusione delle donne da questa possibilità era stata votata nel 2022 (7 voti a favore e 1 contrario). C'è stata poi una sessione di lavoro sulla questione a febbraio di quest'anno perché, su indicazione del Sinodo dei vescovi, era stata data la possibilità di inviare pareri sul tema. Ma il risultato di fatto non può essere diverso perché, spiega Petrocchi, "le persone o i gruppi che avevano inviato i loro elaborati erano soltanto ventidue e rappresentavano pochi Paesi. Di conseguenza, sebbene il materiale sia abbondante e in alcuni casi abilmente argomentato, non si può considerare come la voce del Sinodo e tantomeno del Popolo di Dio nel suo insieme".
Nella lettera si rende conto anche di quanto chiesto dalle donne al proposito: "Molte donne hanno descritto il loro lavoro per la Chiesa, spesso vissuto con grande dedizione, come se fosse un criterio sufficiente per l'ordinazione al diaconato. Altre hanno parlato di una forte 'sensazione' di essere state chiamate, come se fosse la prova necessaria per garantire alla Chiesa la validità della loro vocazione ed esigere che questa convinzione sia accolta. Molte svolgevano già funzioni di tipo diaconale, soprattutto in comunità prive di sacerdote, e ritenevano di essere 'meritevoli' di ricevere l'ordinazione, avendone, in qualche modo, acquisito il diritto. Altre parlavano semplicemente di volere l'ordinazione come segno di visibilità, autorevolezza, rispetto, sostegno e soprattutto uguaglianza".
La Commissione si è divisa (5 a favore e 5 contrari) sulla questione della "mascolinità di Cristo" e quindi sul fatto che "la mascolinità di coloro che ricevono l'Ordine non è accidentale".