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Vaccino, Iss: alta l'efficacia contro Omicron del booster 14 giorni dopo

Sembra che il ciclo primario vaccinale (prima e seconda dose) perda potenza nel contrastare la nuova variante rispetto a Delta. Meno efficaci nella cura molti anticorpi monoclonali

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Sull'efficacia dei vaccini anti-Covid nei confronti della variante Omicron è emersa un'efficacia maggiore verso la malattia sintomatica due settimane dopo il booster, comparabile o leggermente inferiore a quella verso Delta.

Lo scrive l'Istituto superiore della Sanità nelle faq pubblicate sul sito sulla base dei dati, non esaustivi, arrivati finora da Sud Africa, Regno Unito, Danimarca. I test già in uso basati su Pcr rilevano l'infezione anche con Omicron. A causa delle mutazioni, perdono efficacia molti anticorpi monoclonali.

"Al momento - sottolinea l'Iss - ci sono ancora dati limitati che indicano una riduzione significativa nell'efficacia vaccinale contro la malattia sintomatica da Omicron rispetto a quella da Delta dopo due dosi di vaccino Pfizer o AstraZeneca". 

 

Scarsa efficacia dopo prima e seconda dose - Uno studio non ancora sottoposto a peer review riporta comunque una perdita di efficacia del ciclo primario (prima e seconda dose) rispetto all'ospedalizzazione, sebbene di livello minore rispetto alla malattia sintomatica. A rilevare l'infezione anche in presenza di Omicron sono i normali test già in uso basati su Pcr, quelli antigenici rapidi diretti che sono diretti verso la proteina nucleocapsidica e conservano la loro capacità diagnostica. 

 

Meno efficaci molti anticorpi monoclonali - Quanto alle terapie, l'Iss spiega che i corticosteroidi e gli antagonisti dell'IL6 rimangono efficaci nel trattamento dei pazienti gravi. Mentre alcuni studi osservano una perdita di efficacia di molti anticorpi monoclonali a causa delle mutazioni presenti nella variante Omicron. 

 

Maggiore trasmissibilità - Da evidenze consistenti emerge che Omicron ha una maggiore trasmissibilità rispetto alla variante Delta in Paesi con una documentata trasmissione di comunità, con un tempo di raddoppio di 2-3 giorni e che Omicron potrebbe diventare la variante predominante in poche settimane.

 

Dai primi dati minore il rischio ricovero - Intanto, i dati sulla gravità clinica dei pazienti infettati con Omicron sono ancora preliminari e suggeriscono una riduzione del rischio di ricovero per Omicron rispetto a Delta. Tuttavia il rischio di ricovero è solo uno degli aspetti della gravità della malattia: "Servono maggiori dati da diversi Paesi per capire come gli altri indicatori (l'uso di ossigeno, ventilazione meccanica o la mortalità) siano associati a questa variante nei casi severi. 

 

Al momento non è ancora chiaro fino a che punto la riduzione osservata del rischio di ricovero possa essere attribuita all'immunità da infezioni precedenti o vaccini, o quanto Omicron possa essere meno virulenta. Comunque, ricorda l'Istituto superiore di sanità, tutte le varianti del Covid possono causare malattia grave o morte, in particolare nelle persone più vulnerabili per età o condizione fisica. 

 

Le  misure anti-Omicron restano le stesse - L'Iss raccomanda infine alla popolazione le strategie per ridurre la diffusione del virus: raggiungere i più alti tassi possibili di vaccinazione rimane l'arma principale per ridurre il rischio di trasmissioni di Covid e picchi significativi nei casi, oltre che per ridurre la probabilità che emergano nuove varianti. Le misure rimangono uguali anche per questa variante: mantenere una distanza di almeno un metro dagli altri, indossare la mascherina con particolare attenzione soprattutto negli ambienti chiusi o affollati, tossire o starnutire nel gomito o in un fazzoletto, frequente igiene delle mani, adeguata ventilazione negli ambienti chiusi. Se possibile, prenotare al più presto la dose booster o, se non si è vaccinati, l'appuntamento per la prima dose. 

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