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Vaccino, da AstraZeneca tagli del 15% sulle consegne delle dosi | La rabbia di Zingaretti e Fontana che chiama Draghi

L'azinda farmaceutica replica che entro marzo saranno consegnate all'Italia 4,2 milioni di dosi. Le Regioni chiedono all'esecutivo un cambio di passo. Lunedì si riunisce il Cdm sul nuovo decreto Covid

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Da AstraZeneca è in arrivo un taglio del 15% sulle dosi di vaccino anti-Covid in consegna questa settimana. E' ciò che è stato comunicato alle Regioni. La riduzione è stata definita "improvvisa" e "gravissima" dal segretario del Pd e presidente del Lazio, Nicola Zingaretti. "L'Italia tuteli gli interessi nazionali e le programmazioni delle Regioni", ha detto. Mentre il presidente Fontana chiama Draghi. Lunedì il Cdm per il nuovo decreto Covid.

La replica di AstraZeneca "AstraZeneca sta lavorando per rispettare l'impegno di consegnare all'Italia 4,2 milioni di dosi nel primo trimestre, con l'obiettivo di superare i 5 milioni". Lo afferma l'azienda farmaceutica, dopo la notizia sui nuovi tagli. "Con la terza consegna che è stata effettuata venerdì, siamo contenti di aver fatto arrivare più di 1 milione di dosi. Per le prossime settimane sono pianificate altre tre consegne per 1 milione di dosi addizionali".

 

"Forniamo le dosi esclusivamente ai governi" La multinazionale precisa poi di essersi "impegnata a fornire dosi esclusivamente a governi o organizzazioni governative e non vi è alcuna fornitura, vendita o distribuzione del vaccino al settore privato". "Se qualcuno offre vaccini attraverso il settore privato potrebbe trattarsi di vaccini contraffatti e come tali vanno segnalati alle autorità competenti. Precisiamo di aver presentato un esposto al Nas dei Carabinieri al fine di denunciare ogni tentativo di assicurare forniture al di fuori dei canali governativi ufficiali, e di aver prontamente informato di tale esposto tutte le Autorità competenti", sottolinea.

 

"Purtroppo - evidenzia Astrazeneca - lavoriamo senza nessuna riserva che ci possa dare margine per gestire la normale variabilità del processo produttivo dato che ogni dose prodotta viene immediatamente resa disponibile". E comunque "siamo in costante contatto con il Commissario Arcuri al fine di tenerlo aggiornato tempestivamente".

 

Fontana: "Draghi faccia sentire la sua voce in Ue" La replica di AstraZeneca non basta per il presidente lombardo Attilio Fontana, che ha chiesto un intervento diretto al neo presidente del Consiglio Mario Draghi.  "Lo stillicidio dei tagli alle forniture da parte delle aziende produttrici è molto grave! Oggi l'annuncio di AstraZeneca che riduce del 15% la fornitura all'Italia. E' una situazione insostenibile - afferma Fontana - che mette in difficoltà tutte le Regioni impegnate nelle campagne vaccinali. Draghi faccia sentire la sua autorevole voce in Europa".

 

 

Zingaretti: "L'Italia tuteli gli interessi nazionali" Dello stesso avviso il segretario dem Nicola Zingaretti. "Gravissima la riduzione improvvisa della consegna di vaccini AstraZeneca. Noi ce la stiamo mettendo tutta ma con questa incertezza è tutto più difficile. L'Italia tuteli gli interessi nazionali e le programmazioni delle Regioni, intanto prepariamoci alla produzione di vaccini validati da Ema e Aifa da parte delle nostre aziende", dichiara il presidente della Regione Lazio.

 

Nuove zone rosse nel Lazio per la variante inglese Altre due zone rosse sono state individuate nel Lazio per l'alta incidenza dei casi della variante inglese del Covid. Le ordinanze regionali hanno disposto misure di massima restrizione per due Comuni in provincia di Roma, Colleferro e Carpineto. Nel Lazio la zona rossa è già attiva a Roccagorga, in provincia di Latina. 

 

Le Regioni chiedono un incontro urgente al governo, serve cambio di passo Un cambio di passo sulle norme che determinano i colori delle Regioni, per evitare i continui cambi, che leghi le decisioni a parametri più oggettivi e anche alla possibilità di indenizzi immediati alle singole categorie. Senza però abbassare la guardia perché le varianti corrono e impongono strette mirate e immediate. Lo chiedono le Regioni al nuovo governo e per questo "serve un incontro urgente con l'esecutivo", come ha sottolineato il presidente della conferenza della Regioni, Stefano Bonaccini: gli enti locali vogliono una diga ai contagi, ma anche misure che tengano conto dell'oggettiva realtà dei casi sul territorio e delle sofferenze economiche. Ma sulla possibilità di una Italia tutta arancione si registrano dissensi. Sulla proposta concordano la Toscana, la Campania, la Lombardia, ma il vicepresidente della Conferenza Giovanni Toti, presidente ligure, ha espresso la sua contrarietà. "Il paese si aspetta di ripartire", ha detto.

 

Lunedì il Cdm sul nuovo decreto Covid Intanto, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha convocato per lunedì alle 9:30 il Cdm per approvare il suo primo decreto con le nuove misure anti-Covid. Nella convocazione recapitata ai ministri, oltre al decreto di Draghi e Speranza con le nuove restrizioni, l'odg reca solo l'esame di leggi regionali. Non è prevista ancora l'attesa nomina dei nuovi sottosegretari.

 

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